La Nuova Sardegna

Sassari

PARLIAMONE: Salvatevi dagli uomini violenti, fatelo anche per Anna

di Daniela Scano
La sorella di Anna Doppiu abbraccia un'amica
La sorella di Anna Doppiu abbraccia un'amica

Appello a tutte le donne che subiscono violenza dopo il femminicidio di Sassari dove una donna è stata massacrata di botte e bruciata viva dal marito

14 novembre 2016
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Anna ci ha provato, tutta la sua storia lo racconta. Ce l’ha messa tutta per comportarsi nel modo “giusto”, cioé come voleva lui, fin dalla prima volta che se l’è presa con lei. Deve essere successo all’inizio del loro rapporto ed è andata avanti per quasi cinquant’anni. All’inizio pensava che non fosse cattivo, che in fondo aveva solo un brutto carattere. Lo fanno tutte, questo sventurato errore di valutazione. Giorno dopo giorno Anna deve avere concluso che c’era qualcosa di sbagliato in lei. Il senso di insicurezza le si è conficcato dentro come un chiodo arrugginito che lui batteva tutte le volte che, dopo averle fatto del male con le mani o con le parole, le rimproverava di averlo costretto a farlo. Anna avrà cercato di non ripetere l’errore e invece secondo lui ne commetteva altri. Lei “sbagliava” facendolo infuriare e lui la puniva e dopo le spiegava: «Hai visto cosa mi hai fatto fare?» Lo ha ripetuto anche l’altra sera, mentre lo portavano via.

Chissà quante volte Anna ha provato a rendersi invisibile quando il marito rientrava a casa nervoso. Lo capiva al primo sguardo come sarebbe andata a finire e si mimetizzava nel silenzio. Se avesse potuto, avrebbe anche smesso di respirare per non dargli fastidio, per non attirare la sua attenzione. Però è stato tutto inutile, perché lui era un predatore e lei era la sua preda.

Uomini così non c’è verso di tranquillizzarli, sono marci dentro di cattiveria e di violenza. Sono carnefici. Distogliere lo sguardo è inutile, magari quello si infuria perché pensa che lo vuoi provocare. Non serve a nulla neppure cambiare stanza e sperare che gli passi se invece lui la vuole lì, la sua vittima, a portata di mano. E soprattutto, è inutile sperare di poterli cambiare adeguandosi al loro passo, seguendo i loro ragionamenti. Non serve a nulla. Ogni giorno che passa è solo un anello in più della catena alla quale il predatore ha legato la preda il primo giorno che ha accettato la violenza senza ribellarsi sperando di riuscire a cambiarlo, sentendosi in colpa se si commettono altri “sbagli”. Sentendosi sbagliata, inadeguata, storta.

Però un giorno Anna ha sperato che potesse finire bene, che potesse esistere una buona vita anche per lei. Si è guardata allo specchio e ha pensato basta così, i figli sono grandi e hanno la loro vita, la gran parte della vita è andata. Anna si deve essere detta basta prendere le botte, basta con gli insulti, basta con tutta questa violenza, basta avere paura. Così ha deciso di lasciarlo. Ma lui non voleva, pretendeva di restare con lei che invece era stanca da morire di farsi fare del male.

Anna ha sbagliato a credere che non sarebbe arrivato a tanto, che in fondo non era così malvagio. L’ha capito l’altra sera mentre la massacrava di botte, mentre la trascinava giù per le scale tenendola per i capelli. Ha capito anche che non avrebbe avuto scampo, che questa volta lui l’avrebbe ammazzata.

Ora fa male pensare che doveva lasciarlo prima, appena ha capito che non avrebbe mai smesso di sfogare su di lei tutta quella frustrazione, quando ha . capito che l’amore non c’entra niente con gli schiaffi che volano e con gli insulti e con i silenzi rabbiosi. Deve averlo capito quando era giovane, perché Anna era una donna intelligente. Invece gli è rimasta accanto fino a quando ha deciso di spezzare le catene e scappare da questo uomo insopportabile, egoista, crudele. La storia di Anna deve arrivare a tutte le altre donne che vivono accanto a un uomo così, credendo di potersi salvare oppure di potere cambiare il ladro della loro esistenza. Questi non sono uomini, andatevene fino a quando siete in tempo, riprendetevi la vostra libertà, salvatevi. Lei voleva farlo ma non ha fatto in tempo. Voi fatelo, anche per Anna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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