La Nuova Sardegna

SASSARI. Era finito in carcere a giugno di due anni fa con l’accusa di essere uno dei rapinatori che avevano picchiato e rapinato, all’interno della sua abitazione, un pensionato di 76 anni, con problemi di deambulazione e di vista.

Lo scorso luglio il tribunale di Sassari lo aveva ritenuto colpevole e condannato a sei anni e otto mesi di carcere. Luciano Antonio Pasqualone, sassarese di 29, tra detenzione in carcere e arresti domiciliari ha scontato quasi due anni prima di essere assolto dai giudici della Corte d’Appello di Sassari (presidente, a latere Massimo Zaniboni e Gianni Delogu) per non aver commesso il fatto. Il suo difensore, l’avvocato Marco Palmieri, è riuscito a convincere i giudici di secondo grado che le prove a carico di Pasqualone non erano sufficienti per ritenerlo colpevole. L’uomo era stato arrestato dagli agenti della squadra mobile insieme ad altre due persone. Un giovane di Florinas e una ragazza di Ossi che frequentavano la casa della vittima della rapina nel quartiere di Sant’Orsola. L’anziano si era rivolto alla polizia dopo aver subìto due aggressioni nell’arco di pochi giorni. La seconda era andata a buon fine e aveva fruttato 350 euro. Il pensionato era stato picchiato, gettato a terra, colpito con una sedia, privato degli occhiali da vista e del cellulare e poi immobilizzato. Da un’impronta gli investigatori erano risaliti a uno dei responsabili, ma in manette erano finito anche Pasqualone. L’anziana vittima lo aveva riconosciuto da un macchia nera tra i denti. Ma durante il processo - hanno scritto i giudici della corte d’Appello nella sentenza di assoluzione - «il pubblico ministero aveva depositato una foto di Pasqualone da cui si evince quanto segue: non vi è traccia di macchie nere nei denti». Dopo la sentenza di assoluzione il 29enne è tornato in libertà e ora presenterà una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione. (l.f.)