Un’aula rosa dove decidere di dire no a violenze e soprusi
Inaugurata in questura la sala donata dal Soroptimist La dirigente Bibiana Pala: «Le donne non abbiano paura»
SASSARI. Su una parete c’è un quadro con tante farfalle che si librano in volo su un cielo rosato. Libere. Quella libertà da soprusi, maltrattamenti e angherie che vorrebbero riprendersi le donne che li subiscono, soprattutto, e purtroppo, da mariti, compagni e familiari. Un traguardo non impossibile se si ha il coraggio di affidarsi nelle mani della giustizia e delle forze dell’ordine. E una mano tesa per far compiere il passo non facile della denuncia è arrivata ieri con l’inaugurazione, nel palazzo della questura, dell’«aula rosa»: una stanza arredata in modo accogliente che il Soroptimist ha allestito e reso ospitale con la collaborazione degli studenti del liceo artistico “Figari”. Quel quadro con le farfalle lo hanno realizzato loro, insieme ad altre opere sul tema della violenza alle donne, esposte nel palazzo di via Palatucci, nella giornata che in tutto il mondo ha messo all’attenzione un doloroso fenomeno, purtroppo in escalation.
C’erano le rappresentanti del Soroptimist, con la presidente Chiara Sanna, magistrati, il prefetto, esponenti delle forze dell’ordine, il dirigente del liceo artistico, Angelo Fara e i ragazzi, e c’era anche l’arcivescovo padre Paolo Atzei che ha benedetto l’iniziativa. A fare gli onori di casa il questore Maurizio Ficarra che, sul solco del predecessore, ha sostenuto l’impegno delle socie Soroptimist nel realizzare, con l’aula rosa, un punto di accoglienza dove le donne, nel massimo della riservatezza, possano raccontare le loro storie. «La questura è la casa di tutti e quest’aula sarà la loro casa», ha detto Ficarra. La presidente del club sassarese, Chiara Sanna, ha ribadito che il Soroptimist, che ha già realizzato nel palazzo del tribunale il centro di ascolto protetto per minori, ha voluto offrire un altro strumento utile: «Nella giornata internazionale della violenza contro le donne, diamo significato e sostanza a questa celebrazione: ci auguriamo che sapere di aver un luogo dove essere accolte da personale qualificato ed esperto possa incentivare a rendere noto il dramma che le donne vivono, primo passo per l’inizio di una nuova vita». Il dono del Soroptimist agevolerà, e questo è il secondo obiettivo dell’iniziativa, anche le forze dell’ordine. «Le donne sappiano che noi possiamo aiutarle, non è vero che non serve a niente denunciare», ha sostenuto la dirigente della squadra mobile Bibiana Pala. Una lunga esperienza proprio nei reati di violenza e stalking e coordinatrice del progetto “Camper “, un camper, appunto che girando nelle piazze della provincia offre alle donne un altro luogo dove denunciare gli abusi nei loro confronti. «Nell’aula rosa – ha proseguito Bibiana Pala – le vittime di violenza troveranno un luogo confortevole, non una fredda scrivania. Mentre noi celebriamo questa giornata, in Italia tre donne sono state uccise. Paura, vergogna, timore di non essere credute, non devono più esistere».
L’aula rosa è stata dotata anche di un sistema di videoregistrazione studiato dalla ditta Paulotto, leader in questo settore, funzionante ventiquatt’ore su ventiquattro. L’orrore può bussare alla porta di una donna in ogni momento e loro troveranno in questura sempre qualcuno pronto ad ascoltarle. (p.f.)