La Nuova Sardegna

Sassari

Campo Rom, demolizione per le baracche fatiscenti

di Gavino Masia

Nuovo sopralluogo della commissione comunale nell’area di Ponte Pizzinnu Uno dei residenti: «Noi vogliamo stare bene e rispettare le regole come gli altri»

29 novembre 2016
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PORTO TORRES. L’amministrazione comunale ha già notificato a tutti i residenti del campo sosta rom che in questi giorni saranno abbattute le quattro baracche disabitate e fatiscenti. Ieri mattina c’è stato un ulteriore sopralluogo da parte della commissione Politiche sociali presieduta da Francesco Tolu nelle quindici piazzole dell’area di Ponte Pizzinnu - assieme all’assessora Rosella Nuvoli e al vice comandante della polizia locale Antonio Bazzoni – per constatare se le baracche requisite erano state anche svuotate dagli ex residenti nomadi che ora vivono a Laconi e in altre località dell’isola.

«I proprietari che non risiedono per due mesi nelle baracche – ha ricordato Tolu – per regolamento perdono il diritto del possesso anche della piazzola: questo è il terzo sopralluogo che facciamo nel campo e sono state diverse le criticità registrate (scarichi intasati e fili elettrici volanti nei bagni). Nel frattempo abbiamo provveduto anche a fare un nuovo censimento della comunità, vietando soprattutto alle famiglie residenti in altre città e non autorizzate ad occupare il campo e quindi di usufruire dei contributi per le estreme povertà previsti dai Servizi sociali». L’amministrazione aveva riunito il Comitato di gestione del campo rom per fare una valutazione in tempo reale delle necessità dei residenti, decidendo di procedere con l’abbattimento delle baracche fatiscenti (e pieni di rifiuti al loro interno) per avere una condizione decisamente migliore dal punto di vista igienico-sanitario per i circa cinquanta residenti che vivono nelle altre baracche.

«Abbiamo deciso di interrompere insediamenti non regolari all’interno delle baracche vuote – ha detto l’assessore alle Politiche sociali Rosella Nuvoli – per garantire la serenità delle persone che restano e in considerazione degli anni di grossa conflittualità da parte di famiglie di ex residenti: sono stati proprio i rom che vivono attualmente al campo a chiederci di demolire quelle baracche e noi interverremo con un mezzo del Comune per evitare spese eccessive». Dopo la demolizione ci sarà lo smaltimento dei rifiuti, quindi una disinfestazione completa di tutte le restanti baracche e una manutenzione ai servizi igienici. «Molti di noi vorrebbero avere una casa come tutti gli altri – ha detto un residente al campo, Nedelko, di 26 anni – e fare una vita diversa da quella che stiamo facendo qui: vogliamo integrarci con la gente e farci conoscere perché siamo brave persone, al contrario di qualche rom che invece si comporta male e fa poi ricadere la colpa su tutti quelli che vogliono vivere dignitosamente e secondo regole di convivenza civile».

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