La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio di Martis, il pm chiede 16 anni

di Nadia Cossu

La Procura: Addis non uccise Valentino Saba per difendersi La requisitoria: vittima massacrata di colpi in tutto il corpo

21 dicembre 2016
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SASSARI. «Gavino Addis non ammazzò Valentino Saba nel tentativo di difendersi da una sua aggressione. Non crediamo alla versione dei fatti fornita dall’imputato e anzi pensiamo che la vittima sia stata uccisa da un’altra parte e poi portata fin sopra la collinetta dove Addis ha inscenato un delitto per legittima difesa».

Il pubblico ministero Corinna Carrara, dopo aver smontato la ricostruzione dell’omicidio avvenuto il 2 dicembre del 2015 nella zona di Fransiscu Crappinu all’ingresso di Martis, ha chiesto per l’imputato reo confesso una condanna a 16 anni e 8 mesi di carcere. Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato e il 26 gennaio sarà la volta dell’avvocato di parte civile Giuseppe Onorato (che assiste i familiari di Saba) e del difensore Gianmario Fois.

Omicidio volontario, dunque, secondo la Carrara che è partita da una pena di 24 anni, senza la concessione delle attenuanti generiche, aumentata a 25 anni con le altre due contestazioni di lesioni e minacce (riferito a un episodio che avvenne un anno prima del delitto), con la riduzione di un terzo della pena la richiesta conclusiva è stata di 16 anni e otto mesi. Durante la requisitoria il pm ha messo in evidenza quelle che a suo dire sono state le tante contraddizioni di Addis.

L’uomo aveva raccontato agli inquirenti di aver sorpreso Saba di notte nella sua azienda vicino alle pecore. Di aver quindi preso un bastone e di aver disarmato e colpito la vittima. Una versione che però non ha mai convinto la pm Carrara che anche ieri ha ribadito la convinzione che Valentino Saba possa esser stato affrontato da più persone. «Ho sentito dei rumori – ha spiegato alcuni giorni fa l’imputato in aula – Le pecore saltavano come quando arrivano degli animali, sono andato a controllare, non ero armato, ero convinto ci fossero dei cani. Poi ho visto una persona, era Saba, mi sembrava avesse un fucile in mano, invece era un bastone. Allora ho preso delle pietre e gliele ho lanciate. Poi c’è stata la colluttazione, gli ho preso il bastone dalle mani e l’ho colpito finché non è caduto a terra. Infine ho avvisato carabinieri e 118». La Procura ieri ha parlato di «apparente collaborazione» sostenendo che anche la chiamata dei soccorsi fu «una falsificazione». Quanto alle presunte ferite riportate da Addis: «Non è vero che è stato colpito da Saba, lamentava un dolore al braccio ma come è stato confermato da più testimoni ne soffriva da molto tempo». Così come, per il pm, «non convince che Addis sia andato a piedi su quella collina e che ci sia andato a mani nude, se davvero era convinto di trovarci degli animali». E poi ci sono i punti interrogativi sull’arma: «Le lesioni non sono compatibili con un bastone, privo oltretutto di qualsiasi macchia di sangue». Il medico legale Lorenzoni parlò anche delle fratture nelle gambe della vittima, simili a quelle che vengono riportate dopo un investimento. Addis disse di aver dato dei calci a Saba: «Tesi possibile ma improbabile», la definisce il pm. E poi ci sarebbe un’altra anomalia: «Nella tasca della vittima fu trovato un coltello, regolarmente chiuso e pulito. Come mai non lo ha utilizzato per difendersi se è vero che Addis gli lanciava le pietre?».

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