Scuola bruciata a Sassari, i migranti aiutano le maestre
Ieri le insegnanti sono entrate in via Nievo e un gruppo di richiedenti asilo ha aiutato a traslocare il materiale integro
SASSARI. È arrivato il momento della conta dei danni. E se per un tecnico o un amministratore può essere solo un asettico esercizio matematico, per chi nella scuola materna di via Nievo ha speso energie e passione è una ferita che si apre. Basta vedere gli occhi delle maestre che varcano l’ingresso di quel piccolo inferno, le pareti annerite, l’odore irrespirabile, la devastazione delle fiamme. E poi il loro lavoro di anni distrutto in poche ore. I libri da buttare, perché anneriti e intrisi di fuliggine, i giochi inervibili, le bambole bruciacchiate nel pavimento, nude come piccoli e indifese superstiti.
Ci sono tante emozioni, ricordi, sentimenti che vanno in fumo e che non rientrano nella normale contabilità dei danni. E quei quaderni, pennarelli, disegni che si sono salvati, ora vengono custoditi come preziose relique.
Ieri mattina tutto il materiale scampato all’assurdo atto vandalico che ha distrutto la scuola dell’infanzia del Monte Rosello Alto, è stato trasferito negli altri caseggiati di via Manzoni dell’istituto comprensivo. A rimboccarsi le maniche tutte le insegnanti, non solo quelle di via Nievo, gli addetti del Comune, e poi dei “facchini” di eccezione, ovvero i dodici rifugiati somali che sono stati “adottati” dal gruppo di maestre e mamme di Monte Rosello. E loro, quando hanno avuto l’occasione di poter ricambiare tutte le premure ricevute, si sono fatti subito avanti. Chi con i fori di pallottola a due passi dal cuore, chi con i reni acciaccati, si è caricato sulle spalle gli scatoloni pieni di materiale didattico e li ha portati giù per le scale. E un paio di vetture, con i bagagliai stracolmi, per diverse ore hanno fatto la spola da via Nievo a via Manzoni.
Ora resta il problema per i settanta bambini che frequentano la materna, perché al momento i locali sono inagibili, l’impianto elettrico è totalmente da rifare e c’è molto scetticismo sulla possibilità di poter far squillare la campanella dopo l’Epifania. Questo è l’obiettivo che si è posto il sindaco Nicola Sanna, ma ci sono gli interventi urgenti di bonifica e c’è anche la messa in sicurezza. Sarà una corsa contro il tempo.
Intanto proseguono le indagini da parte degli inquirenti, ma individuare i responsabili del raid non sarà semplice, in assenza di videosorveglianza e di testimoni.