La Nuova Sardegna

Sassari

La crisi ha cancellato il lavoro

di Gianni Bazzoni

Francesca Nurra lancia l’allarme: la giunta regionale si svegli, la gente non può campare di assistenza

03 gennaio 2017
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SASSARI. La crisi ha cancellato il lavoro. Per questo sembra quasi una contraddizione continuare a ripetere ogni volta, spesso all’inizio del nuovo anno, che la priorità è il lavoro. Passata la sbornia delle feste, si (ri)scopre che al primo posto c’è l’emergenza occupazione che si accompagna - in un abbraccio drammatico - con la povertà. Il Sassarese quasi non reagisce più, si nutre di promesse e di appuntamenti che, uno dopo l’altro, arrivano a scadenza e vengono rinnovati come le cambiali non pagate. Così si contano passivamente i giovani che se ne vanno, uomini e donne che ingrossano le file degli assistiti e l’esercito dei disoccupati che raggiunge numeri da record.

«Da dove vogliamo cominciare? Viene persino difficile fare un ragionamento logico: dicono che il 2017 sarà l’anno del rilancio, ma basta cambiare le ultime due cifre per poter dire che è una frase già sentita»: Francesca Nurra, segretario generale della Camera del lavoro della Cgil di Sassari non si nasconde. Davanti a sè il lungo elenco delle cose da fare, le incomprensioni, i ritardi e un rapporto difficile con la giunta regionale dei “professori”.

«Se dico che il primo problema da affrontare è quello del lavoro so di affermare una cosa ovvia ma vera – afferma Francesca Nurra –. E allora voglio cominciare con un altro impegno: occorre suonare la campanella per l’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru, sono passati due anni e non c’è più tempo da perdere dietro alle promesse. Se davvero l’anno che sta cominciando dovrà essere quello del rilancio dell’Isola, vediamo i segnali concreti. Valutiamo quanto è già stato fatto. Purtroppo i risultati sono scarsi».

C’è l’imbarazzo della scelta. Sulla chimica verde non se ne esce: l’addendum mai attuato (doveva essere una garanzia per il territorio) è stato inglobato in un “memorandum” segreto e le prospettive appaiono fortemente cambiate rispetto agli accordi iniziali. E questo nonostante gli utili di Versalis e il rilancio dell’Eni. «Si è opposta anche l’assessora all’Industria Maria Grazia Piras – racconta Nurra – se passa la linea che si può cambiare tutto, che nessuno rispetta gli accordi, che chiunque nel territorio può fare ciò che vuole, allora non c’è speranza. Serve una reazione forte, unitaria, decisa. Se la virata è in direzione del green, se tutti i sacrifici che sono stati fatti dovevano servire a trovare nuove opportunità nella chimica verde, non si può accettare alcuna trattativa che ridimensioni il progetto. Sono auspicabili, invece, integrazioni, azioni migliorative. La Regione si faccia sentire con l’Eni e il Governo, insista per la parita delle bonifiche».

Anche la miniera di bauxite di Olmedo vive una lenta agonia: è di pochi giorni fa l’annuncio di una ormai prossima riapertura, ma la trama è vaga. E poi non c’è solo industria: il turismo potrebbe splendere di luce propria tutto l’anno, tra patrimonio ambientale e naturale (due parchi, Asinara e Porto Conte, uno nazionale e l’altro regionale attaccati), l’aeroporto e il porto a 40 chilometri di distanza, una ricchezza archeologica che non sembra avere eguali.

«Sull’aeroporto di Alghero è stata fatta finalmente la privatizzazione – sottolinea il segretario della Cgil – ma non sappiamo niente del progetto industriale di F2i. Olbia è privatizzato e va, così come va il porto: Porto Torres ha enormi potenzialità, è strategico ma continua a essere trattato come cenerentola. La sensazione è che ci sia sempre qualcuno che vuole fare lo sgambetto. Torno a dire: c’è una necessità estrema di lavoro e va costruito creando opportunità vere attorno a quello che esiste già. Il tempo delle scuse è finito».

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