La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il Tar “congela” l’edilizia in mezza città

di Giovanni Bua
Sassari, il Tar “congela” l’edilizia in mezza città

La delibera cassata nella causa persa con Argentiera Spa fa tornare tutto il Comune ai vincoli del Ppr di Soru del 2006

05 gennaio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Una bomba deflagrata l’ultimo giorno dell’anno. Che fa saltare in aria qualsiasi ipotesi di ferie nel settore Urbanistica del Comune, con l’assessore Gianni Carbini e il dirigente Claudio Castagna da due giorni in riunione permanente e in continua interlocuzione con ufficio legale e Pianificazione territoriale della Regione. Motivo? La sentenza del Tar datata 31 dicembre che dà ragione alla Argentiera Spa e cassa l’ingrandimento fatto dal Comune nel 2007 del centro matrice del Borgo minerario. Peccato che per farlo spazza via la deliberazione del Consiglio Comunale di Sassari del 31 luglio 2007 e la successiva determinazione del Direttore generale della Pianificazione Urbanistica dell’Assessorato degli Enti Locali ed Urbanistica della Regione Sardegna, del 25 settembre 2007. Le stesse che, oltre alla riperimetrazione del centro dell’Argentiera contenevano anche il nuovo centro matrice di Sassari.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.14666395:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2017/01/05/news/brandimarte-e-ora-sediamoci-a-parlare-1.14666395]]

Ritorno al passato. Si torna dunque ai “Centri di Antica e Primaria Formazione” individuati dal Ppr di Renato Soru del 2006, previsioni che i Comuni avevano la possibilità di rivedere nei mesi successivi, con delibere di consiglio come quella sassarese cassata dal Tar. Il problema è che, se nel caso dell’Argentiera, il perimetro di fatto intoccabile si era allargato a dismisura, nel caso della città di Sassari invece la delibera ne aveva ridotto enormemente i confini, riportandoli alla parte storica della città e tenendo fuori tutta la parte ottocentesca che il Piano paesaggistico regionale del 2006 aveva messo sotto tutela.

Congelati. La faccenda non è di poco conto, e ha ricadute immediate. Basti pensare che qualunque pratica edilizia chiesta all’interno di un centro matrice ha necessità di un’autorizzazione paesaggistica, pratica lunga da istituire, e anche costosa. Il ritorno ai confini del 2006, che di fatto coincidono con gran parte della zona abitata più che raddoppiando l’attuale superficie “intoccabile”, rischia insomma di congelare, a partire già da oggi, qualsiasi intervento edilizio in città. E di mandare in tilt gli uffici.

La via d’uscita. «Chiaramente – spiega l’assessore e vice sindaco Gianni Carbini – stiamo valutando tutti i possibili scenari. E lo stiamo facendo in stretto contatto con la Regione. Noi sapevamo bene che il piani urbanistico che abbiamo approvato aveva delle criticità. E che andavano risolte mettendo mano agli strumenti attuativi. Questa sentenza ci obbliga a rivedere anche altri aspetti e a intervenire quanto prima. Per non ingessare la città. Per quanto riguarda l’Argentiera invece cercheremo di ripartire da qui, sedendoci intorno a un tavolo e trasformando questa sentenza a noi sfavorevole in una opportunità».

Il piano. Difficile per ora capire quale sarà la strada scelta. Partendo dal presupposto che un appello al Consiglio di Stato richiederebbe troppo tempo e non sarebbe comunque di esito scontato, l’amministrazione potrebbe aprire un tavolo lampo di copianificazione con Regione e Soprintendenza, in cui prendere atto che la parte dedicata a Sassari nella delibera del 2007 non aveva nessun vizio di forma (in 10 anni non è stato fatto un solo ricorso). Da lì bisognerebbe rimettere in piedi una nuova delibera, farla passare in commissione e consiglio e poi spedirla in Regione, che dovrebbe deliberare a sua volta. Settimane di lavoro, ad andar cauti, durante le quali però il Comune potrebbe decidere di “forzare”, dando per scontato che la sentenza del Tar, che pur inequivocabilmente cassa tutta la delibera del 2007, non si riferisca anche a Sassari ma solo all’Argentiera. E sperando che, nel caso in cui si decida di rischiare, nessuno impugni i provvedimenti assunti nel frattempo. Ipotesi da verificare con gli avvocati, e con la Regione che deve anche capire quanti centri matrice sono stati fatti usando lo stesso procedimento di quello dell’Argentiera, e sono dunque rischio.

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative