La Nuova Sardegna

Sassari

Estreme povertà, aiuti per 233mila euro

di Luigi Soriga
Estreme povertà, aiuti per 233mila euro

La fetta più grande va a Caritas e Vincenziane, la Fraterna Solidarietà raddoppia: «Un passettino verso i primi della classe»

21 gennaio 2017
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SASSARI. Il Comune ha assegnato alle associazioni di volontariato le risorse del progetto “nè di freddo nè di fame”, finalizzato a sostenere le estreme povertà e a promuovere azioni per l’emergenza freddo. Il finanziamento complessivo da spartire è di 233mila euro, un importo inferiore rispetto ai 250mila euro dell’anno scorso. Ma stavolta al bando hanno partecipato 11 associazioni, ovvero due in meno rispetto al 2016, e quindi alla fine la ripartizione del budget non cambia di molto.

Caritas Diocesana e i vari gruppi che fanno riferimento al volontariato vincenziano si assicurano la fetta più consistente delle risorse. Però i grandi scontenti del 2016, come La Casa della Fraterna Solidarietà oppure i Guardian Angels che si erano dovuti accontentare davvero di briciole, stavolta andranno a percepire il doppio dell’importo. Le polemiche quindi sono decisamente più blande, ma un po’ l’amaro in bocca resta.

«Mi fa un enorme piacere che si sia fatto questo passo avanti rispetto al 2016 – dice il presidente della Casa della Fraterna Solidarietà Aldo Meloni – e che ci sia stato un piccolo avvicinamento rispetto si soliti primi della classe. Purtroppo siamo ancora ben lontani dal riconoscimento del lavoro concretamente svolto per i cittadini più disagiati, per il quale non mi sento secondo a nessuno. E faccio degli esempi: al 30 giugno le nostre pezze giustificative, documentate con pignoleria, ammontavano a 46mila euro. Significa che a fine anni arriveremo a circa 100mila euro di spese. Distribuiamo 90mila sacchetti, 10mila capi d’abbigliamento, paghiamo 295 bollette e forniamo un ventaglio molto più ampio di aiuti ai poveri. Abbiamo indicato tutte le nostre attività nella domanda: quindi ci prendiamo con un grande sorriso questi 20mila euro, ma con la consapevolezza che dovremmo ancora una volta contare sulle nostre forze e sulla generosità della città».

L’assessora ai Servizi sociali Monica Spanedda spiega invece che la ripartizione delle risorse avviene in maniera del tutto matematica, sulla base di punti che rispondono a determinati requisiti. Il massimo erogabile per ciascuna associazione è 35mila euro, e questa somma si raggiunge se le attività si riferiscono a tutti e 6 i canali di finanzimento contemplati nel bando: si parte dagli interventi di prima accoglienza e di riparo notturno. Poi i servizi di accoglienza diurna. La terza linea di intervento è dedicata al servizio mensa. Poi le borse viveri e gli aiuti alimentari. Fondi anche per l’ attivazione di unità itineranti e infine per gli interventi di orientamento e di accompagnamento ai servizi sanitari e sociali – Abitare assistito – Alloggi autogestiti. «Abbiamo puntato molto su quest’ultimo versante – dice Monica Spanedda – perché gli aiuti non devono fermarsi alla mera assistenza».

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