Sassari, sopralluogo nella discarica il drone sorvola il disastro
A Calancoi il pool incaricato dalla Procura di accertare l’origine dei fumi tossici La polizia locale ha eseguito una mappatura dall’alto in vista degli interventi
SASSARI. Un volo con il drone sul disastro ambientale alle porte della città per inquadrare meglio le dimensioni di una bomba ecologica che continua a fare paura. Ieri mattina il pool dei soggetti incaricati dalla magistratura di far luce sulle origini dei fumi cancerogeni e di trovare una soluzione per spegnerli, si è recato nell’ex discarica che si trova nella collinetta di Lu Pinu e Calancoi sulla strada per Osilo.
Polizia locale, Arpas, carabinieri del Noe, nucleo Nbcr dei vigili del fuoco e i settori “Ambiente” di Comune e Provincia hanno effettuato un sopralluogo tecnico per elaborare sul campo un intervento che risolva una volta per tutte il problema che sta creando diversi disagi tra i residenti della zona e delle ville di Serra Secca e Monte Bianchinu che continuano a lamentare odori acri. Grazie al drone in dotazione alla polizia locale sono state scattate fotografie dall’alto che consentiranno di avere una mappatura precisa della zona in cui dovrà essere effettuato l’intervento. L’intera area era stata messa sotto sequestro da parte della Procura lo scorso 8 dicembre. Ieri sono stati tolti provvisoriamente i sigilli per consentire ai soggetti interessati alla bonifica di accedere ai quattro ettari che per 35 anni hanno accolto ogni genere di rifiuto solido urbano della città. Gli uomini del reparto nucleare, chimico, biologico e radiologico dei vigili del fuoco hanno misurato la temperatura del sottosuolo ed effettuato dei prelievi che verranno analizzati per capire che tipo di sostanze stiano bruciando in quell’inferno che si trova a pochi chilometri dal centro della città. Ancora non c’è alcuna informazione certa infatti sulla tipologia di materiali indifferenziati accumulati nel sottosuolo dell’ex discarica.
Quello che è certo è che la collinetta dei veleni produce enormi quantità di percolato, che con tutta probabilità avrà intercettato e contaminato le falde acquifere. Il piano di intervento dovrebbe essere messo a punto i prossimi giorni. Disinnescare la bomba ecologica sarà un’operazione costosissima e per niente semplice. A fine dicembre il sindaco ha emanato un’ordinanza che intima a Sandro Renna, ad della società Ecologica R2, di mettere in sicurezza il terreno, previo dissequestro da parte dell’autorità giudiziaria, e poi di bonificarlo.
Sulla vicenda è intervenuto il Gruppo di Intervento Giuridico che ha annunciato una denuncia in Procura con l’ipotesi di disastro ambientale. «Ci sembra l’unica via - ha spiegato il presidente Stefano Deliperi - per evitare qualsiasi possibilità di prescrizione di vecchi reati ambientali».