Sassari, in coma dopo una caduta: ora il bimbo lascia la Rianimazione
Sta meglio il piccolo che prima di Natale è rimasto privo di conoscenza per aver battuto il capo in un cantiere
SASSARI. Ha lasciato finalmente il reparto di Rianimazione il bambino di dieci anni che lo scorso 23 dicembre 2017 era caduto nel cortile di una palazzina di via Donizetti, quartiere di Santa Maria di Pisa. Il 3 gennaio – dopo una settimana di coma farmacologico – il piccolo aveva aperto gli occhi ma le sue condizioni continuavano a restare gravi. Ieri i medici hanno disposto il trasferimento in un altro reparto in attesa di ulteriori accertamenti indispensabili per definire il quadro clinico. Il piccolo, infatti, ha aperto gli occhi e riconosce i suoi cari ma al momento non riesce ancora a parlare. Avrà sicuramente bisogno di un lungo percorso di riabilitazione neuromotoria.
I familiari, intanto, si sono rivolti agli avvocati Giuseppe e Luigi Conti che li tuteleranno sul fronte dell’inchiesta – al momento ancora contro ignoti – che è stata aperta dalla Procura della Repubblica di Sassari (titolare Paolo Piras). L’obiettivo è quello di accertare eventuali responsabilità dei medici che per primi visitarono il piccolo dopo l’incidente e verificare lo stato di manutenzione del cantiere al momento della caduta.
Il bambino era ricoverato nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata dal 26 dicembre quando ha subìto un intervento alla testa per la rimozione di un grande ematoma. Tutto ha avuto inizio il 23 dicembre: il bimbo giocava con altri amichetti vicino a casa della nonna, correvano intorno a una palazzina comunale dove da tempo c’è un cantiere. I lavori sono fermi da un anno circa. Il piccolo – così come ha raccontato anche un testimone oculare – è rimasto impigliato in un fil di ferro volante che lo ha agganciato al collo. Un pezzo di acciaio che si trovava a mezza altezza e che collegava il tubo di scolo delle acque della palazzina con il paletto del cantiere. Era caduto all’indietro per il contraccolpo e aveva battuto la testa al marciapiede perdendo addirittura i sensi. I nonni lo avevano accompagnato al pronto soccorso dove gli erano state medicate le numerose escoriazioni al collo. Poi era stato dimesso. Ma il piccolo stava male, aveva la nausea, e nei due giorni successivi le sue condizioni erano peggiorate. Il giorno di Santo Stefano era svenuto a casa dei genitori: l’ambulanza del 118 lo aveva trasportato già in coma al Santissima Annunziata, immediatamente era stato operato perché gli accertamenti avevano rivelato la presenza di un grosso ematoma in testa, ai primi di gennaio c’era stata una riduzione dei farmaci e il lento risveglio. (na.co.)