La Nuova Sardegna

Sassari

Povertà, l“Agiudu torrau” in soccorso delle famiglie

di Elena Corveddu
Povertà, l“Agiudu torrau” in soccorso delle famiglie

Bono, presentata dai consiglieri regionali la legge sul reddito di inclusione sociale La sindaca: «Quello dei servizi sociali è l’ufficio più frequentato del Comune»

14 febbraio 2017
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BONO. «La legge sul reddito di inclusione sociale porta nelle nostre realtà importanti cambiamenti». Questo è emerso dall’incontro informativo voluto dai consigliere regionali Sel Luca Pizzuto, Daniele Cocco e Eugenio Lai che si è svolto ieri a Bono nella sede della Comunità montana. I consiglieri, che per due anni hanno portato avanti la battaglia per la riforma sociale, hanno presentato la legge denominata Reis, approvata lo scorso agosto dalla Regione, ad amministratori e operatori sociali del Goceano e del Logudoro.

«Compito della nuova legge è far uscire dalla soglia della povertà le famiglie e i soggetti. Ma cambia anche l’approccio alle povertà: l’assistenzialismo diventa inclusione sociale. Questo si può fare creando e mantenendo una sinergia tra Regione e sindaci, che ben conoscono le singole situazioni di emergenza» – ha sottolineato Cocco. «La legge non significherà più mero assistenzialismo ma inclusione effettiva dei cittadini nella società» – ha affermato Pizzuto, primo firmatario della legge. Inclusione sociale, riattivazione della persona e percorsi in sinergia con i territori sono i pilastri alla base della legge. Ad aprire il tavolo di discussione il presidente della Comunità montana, e sindaca di Bono, Michela Sau che ha evidenziato come l’ufficio dei servizi sociali sia il più frequentato a causa delle numerose condizioni di povertà esistenti a Bono, ma anche nel circondario. La Reis, sovvenzionata da fondi regionali, statali e fondi europei, prevede un contributo di 500 euro al mese per i nuclei familiari di due o più persone e 200 euro al mese per i nuclei formati da un solo componente.

La nuova legge quindi ha il nobile obiettivo di far riemergere dalla povertà ma anche, e soprattutto, includere, in modo nuovo, le persone nella società. È questo il vincolo che la riforma pone. Vincolo che si traduce in vantaggio: i soggetti potranno partecipare a progetti e piani di inclusione sociale nuovi, da qui il “soprannome” della legge “Agiudu torrau” (l’aiuto restituito). Citando il modello del Brasile, che ha fatto uscire dalla soglia di povertà 14 milioni di famiglie, Pizzuto ha spiegato come sia possibile attivare nuovi percorsi che non siano meri strumenti assistenziali.

«Gli altri modelli da seguire sono quelli dei Paesi scandinavi e della Germania» ha affermato. Per Pizzuto bisogna attivare progetti circolari di inclusione sociale rendendo attori le associazioni e le cooperative sociali. «Passare da un sostegno passivo a una vera e propria inclusione del soggetto nella società deve essere il baluardo di questa nuova legge. È un traguardo storico per la nostra isola, che dopo vent’anni si attiene alle direttive dell’Unione Europea – ha concluso Pizzuto ». Un occhio di riguardo verrà dato alle donne, in quanto si trovano fuori dal percorso lavorativo da più tempo rispetto agli uomini».

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