La Nuova Sardegna

Sassari

Germani o unilaterali, i fratelli ereditano quote diverse

Gentile avv. Bassu, qualche tempo fa è scomparso mio fratello, celibe, ed ora ci troviamo a discutere sull’eredità. Siamo cinque fratelli ma con gradi diversi nel senso che io e il deceduto siamo...

22 febbraio 2017
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Gentile avv. Bassu, qualche tempo fa è scomparso mio fratello, celibe, ed ora ci troviamo a discutere sull’eredità. Siamo cinque fratelli ma con gradi diversi nel senso che io e il deceduto siamo figli dello stesso padre e della stessa madre, mentre gli altri tre sono nati da un successivo matrimonio di mio padre con un’altra donna, avvenuto dopo la morte di mia madre.

Le chiedo se l’eredità di mio fratello deve essere divisa anche con gli altri fratellastri nonostante siano figli di un’altra madre.

Come dice il nostro De André «se non sono gigli son pur sempre figli», in questo caso fratelli ma… andiamo con ordine.

Le problematiche di carattere successorio individuate nel quesito proposto non possono prescindere da una premessa circa i rapporti di parentela. Va subito evidenziato il vincolo giuridico che lega le persone discendenti da uno stipite comune. I fratelli sono coloro che discendono da un genitore, padre o madre, sicché la legge distingue tra germani e unilaterali: i primi hanno in comune entrambi i genitori, mentre gli altri soltanto il padre oppure la madre.

Nel caso rappresentato il lettore risulta l’unico “germano” del de cuius mentre gli altri tre sono considerati dalla legge “fratelli unilaterali” con importanti conseguenze sul piano successorio.

Alla morte del fratello, in assenza di testamento, si è aperta la successione legittima dei fratelli dal momento che il de cuius non era sposato né pare aver avuto figli o ascendenti ancora in vita. L’articolo 570 co.2 cod. civ., infatti, stabilisce che i fratelli unilaterali debbano ricevere la metà della quota spettante ai fratelli germani.

Pertanto tutti i fratelli hanno diritto alla propria quota di eredità, ma in misura diversa secondo quanto sancito dalla norma citata. Per poter apprezzare l’esatto ammontare della quota, si ricorre al sistema della quota di fatto fondato su un’operazione aritmetica in base alla quale ai germani spetterà sempre il doppio rispetto a quanto percepito dai fratelli unilaterali.

Per chiudere con il nostro Fabrizio De Andrè, «se non sono gigli son pur sempre figli», in questo caso: fratelli.(Avv. Giuseppe Bassu)

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