La Nuova Sardegna

Sassari

L’ex ostello della gioventù occupato e fuori controllo

di Gavino Masia
L’ex ostello della gioventù occupato e fuori controllo

La struttura era stata richiesta dal Comune alla Regione nel 2008, la pratica non è stata perfezionata Nello stabile si è insediata una famiglia rom, bloccati progetti di sviluppo e lavoro nel settore turistico

21 marzo 2017
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PORTO TORRES. Il consiglio comunale di Porto Torres aveva deliberato nel 2008 la richiesta di acquisizione dell’ex ostello della gioventù di via Balai alla Regione proprietaria dell’immobile - ad un prezzo simbolico - ma da allora la Regione non ha mai formalizzato l’atto di cessione. Da oltre due anni, invece, l'ostello a pochi metri dalla spiaggia di Balai è diventato residenza fissa di una famiglia di Rom - marito, moglie e otto figli - che ha occupato abusivamente la struttura. L'ufficio Patrimonio del Comune ha provato a sondare il campo attraverso gli uffici periferici della Regione per constatare lo stato dell'arte di una richiesta datata circa 10 anni, ma ora più che mai spetterebbe alla politica impegnarsi per cercare di acquisire quella struttura così vicino al mare e poi metterla a reddito. Quel caseggiato potrebbe infatti dare opportunità di lavoro a tante persone, soprattutto giovani disoccupati che potrebbero sfruttare quella posizione che si affaccia sul golfo dell’Asinara ed è molto vicino anche al verde dei parchi Chico Mendes e Balai.

La storia. L’edifico è stato realizzato nel 1973 e in origine ospitava un ostello della gioventù: la costruzione aveva soltanto il piano terra ampio 195 metri quadri e un ambiente che ospitava attività didattico-ricreativa, sala da pranzo e servizi igienici. Negli anni successivi è stato elevato anche il primo piano, che comprende 7 stanze da letto, servizi igienici e un ripostiglio. L’edificio ha inoltre un’area esterna di 430 metri quadri, da adibire a giardino, e un piccolo box ripostiglio di 20 metri quadri. Prima richiesta del Comune. Nel 1998 la Regione autorizzava l’ente locale all'uso del bene per finalità pubbliche di carattere sociale, nelle more dell’atto di passaggio di proprietà, e in virtù dell’oggetto consigliato il Comune consegnò quei locali alla casa di accoglienza per minori “La Bussola”, con una posizione ideale che favoriva l'istruzione e il divertimento dei ragazzi ospiti. Erano stati spesi pure migliaia di euro per lavori di ristrutturazione e messa a norma dello stabile, dotandolo anche di un ascensore interno. Il commissario straordinario. Durante il suo breve mandato prima delle elezioni amministrative, aveva promesso un interessamento verso i colleghi della Regione, puntando sul fatto che per fruire dell'immobile c’è una clausola che prevede l'utilizzo per fini sociali e non per edilizia abitativa. L’ex sindaco Scarpa aveva assicurato con una ordinanza che l’amministrazione aveva messo in atto ogni possibilità affinchè le strutture pubbliche non venissero occupate da chi non aveva alcun diritto. Ma da allora quella struttura rimane ancora occupata dalla famiglia rom e, a quanto pare, non esiste alcun interessamento concreto dell’amministrazione comunale attuale per acquisire l’immobile e poterlo destinare ad attività turistiche.

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