La Nuova Sardegna

Sassari

Salvadanaio del caro estinto riaperte le indagini a Sorso

di Salvatore Santoni
Salvadanaio del caro estinto riaperte le indagini a Sorso

Svolta nell’inchiesta a carico del presidente dell’associazione di mutuo soccorso Accusa di appropriazione indebita, spariti i soldi messi da parte per i funerali

21 maggio 2017
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SORSO. Il gip di Sassari, Carmela Rita Serra, ha disposto un supplemento di sei mesi di indagini nell’inchiesta della Procura che vede indagato Fabio Quinto Sias con l’accusa di appropriazione indebita aggravata per aver svuotato il “salvadanaio” del caro estinto di Sorso. La bufera era scoppiata nel mese di marzo del 2015 quando nel corso di un’assemblea infuocata i soci della Lap, un’associazione di mutuo soccorso funerario, avevano deciso di denunciare l’ex presidente e titolare di un’agenzia funebre per una serie di presunti ammanchi nei conti correnti dell’associazione. Alla fine del 2016 il sostituto procuratore Emanuela Greco aveva chiesto l’archiviazione del caso, ma le indagini svolte dal legale dell’associazione, Loredana Martinez, hanno convinto il gip a disporre ulteriori approfondimenti.

La scoperta. Il funzionamento della Lap è molto semplice: mentre sei in vita versi una quota annuale nelle casse dell’associazione, la quale ti assicura un funerale dignitoso quando passi all’altro mondo. La cosa si complica se quando i soci muoiono il forziere è vuoto. Che è esattamente la situazione nella quale si è trovata l’associazione nel 2014. Ci fu un’assemblea durante la quale i soci vennero a sapere che era necessario aumentare la quota da inserire nel salvadanaio del caro estinto. Una circostanza che fece sgranare gli occhi a molti e scatenò la curiosità sulla situazione delle casse dell’associazione. Alla fine si scoprì che nei conti correnti c’erano la bellezza di 800 euro: giusto il tanto per pagare le esequie di un socio. E il nuovo direttivo decise di denunciare l’imprenditore sorsense.

L’inchiesta. La Procura ha aperto un fascicolo nel 2015 con l’ipotesi di reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Fabio Quinto Sias. Nell’inchiesta sono stati passati al setaccio i conti correnti dell’associazione, le testimonianze e i movimenti di denaro tra la Lap e l’agenzia funebre dell’indagato. Nel marzo del 2016 il pm ha chiesto al giudice di archiviare il caso. Questo perché secondo il pm la ricostruzione dei fatti emersa dalle indagini sarebbe risultata «antitetica», nel senso che «gli elementi acquisiti non risultano idonei a sostenere l’accusa in giudizio». In particolare, Emanuela Greco ha notato che le dichiarazioni dell’ex presidente della Lap (prima di Sias), Francesco Senes, riguardanti la gestione finanziaria dell’associazione, sono state in parte confutate dalla documentazione prodotta dall’indagato. In altri termini, Fabio Quinto Sias avrebbe prodotto una serie di pezze giustificative di gran parte delle spese. Ecco quindi come oltre un anno fa il pm ha chiesto l’archiviazione al giudice, cioè dopo aver valutato che l’incongruenza dei dati raccolti non avrebbe permesso una ricostruzione coerente dei fatti.

Nuove indagini. La svolta è arrivata nelle scorse settimane, quando il gip di Sassari, Carmela Rita Serra, ha sciolto la riserva disponendo nuove indagini. Questo grazie alle informazioni raccolte dall’avvocato della Lap, che ha raccolto una serie di testimonianze e documenti che hanno scongiurato l’archiviazione del caso. Ora il nuovo nodo da sciogliere riguarda il 2013, anno in cui - secondo il gip - dai conti della Lap sono stati fatti prelievi da chiarire. «Anche a voler ritenere l’assunto dell’indagato corrispondente alla realtà dei fatti - scrive il giudice - risulterebbe comunque un ammanco nelle casse della Lap di 21.585 euro, ammanco che Sias non è stato in grado di giustificare».

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