La Nuova Sardegna

Sassari

Il Consiglio dà il via libera al rendiconto 

di Giovanni Bua
Il Consiglio dà il via libera al rendiconto 

Approvato il documento da 102 milioni. Il sindaco Sanna: la maggioranza è solida, andiamo avanti

31 maggio 2017
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SASSARI. «La maggioranza è solida. I conti sono in ordine, e migliori del previsto. Le risorse ci sono, e stiamo iniziando a spenderle». Nessuna imboscata o scricchiolio, nessun sassolino tolto o discussione fiume, qualche assenza tattica ma nulla più. La giunta guidata da Nicola Sanna tira dritta, e porta a casa il rendiconto 2016, concludendo il tour del force dei “bilanci” che, con maggioranza in fibrillazione continua e tensione in rapida risalita, rischiava di essere la Caporetto del sindaco e invece si trasforma nel suo Piave. Non che la pace sia scoppiata all’improvviso, come conferma plasticamente la sedia ancora vuota dell’assessore all’Urbanistica e l’astensione del “carbiniano” Ghi (con Taras e Boiano assenti al momento del voto), ma, scoglio dopo scoglio, Sanna continua ad andare avanti, confermando, se ce ne fosse bisogno, tempra e tenuta decisamente fuori dall’ordinario.
«Un rendiconto di amministrazione 2016 che vale oltre 102 milioni con una parte accantonata di poco superiore a 60 milioni e una vincolata che invece supera i 66 milioni di euro e, ancora una destinata agli investimenti pari a poco più di 2 milioni di euro». Sono questi alcuni dei numeri che l'assessore al Bilanci Simone Campus, ha letto in consiglio comunale ieri pomeriggio.
L'assessore ha fatto notare come la composizione del rendiconto di bilancio porti a una parte disponibile dell'avanzo di amministrazione di meno 27 milioni. Un importo che va collocato nel trend di copertura trentennale del disavanzo di amministrazione e che nel 2015 ha portato il Consiglio comunale ad approvare una copertura annuale di quasi un milione di euro. «Gli enti locali e le loro rappresentanze – ha detto ancora – hanno festeggiato troppo presto il superamento del patto di stabilità, perché le parti vincolate altro non sono che un patto di stabilità mascherato. Questo tarpa le ali a qualsiasi capacità di spendita». Campus ha quindi spiegato che la parte accantonata è composta da crediti di dubbia esigibilità (quasi 48 milioni) e dal fondo rischi di soccombenza (oltre 12 milioni). La parte vincolata (66 milioni) quindi è costituita da entrate con vincolo di destinazione e che, ha detto con forza Simone Campus, «si tratta di soldi che non possono essere toccati». Ecco allora, ha detto ancora «di queste risorse circa 5 milioni sono “manovrabili” mentre i restanti 61 milioni non li potremo toccare. Questo perché i trasferimenti dalla Regione arrivano a fine anno e i soldi per il muto dello Sport arrivati a dicembre l'ente è costretto a portarli in avanzo vincolato nell'anno successivo».
E se il 2016 si è chiuso con un fondo cassa di 36 milioni di euro, Simone Campus ha fatto notare come le entrate tributarie siano state minori rispetto all'anno precedente per oltre 900mila euro di Imu e quasi 300mila euro di Tasi. Quindi ancora minori trasferimenti per oltre 6 milioni, in gran parte influenzati dai minori contributi e trasferimenti della Regione in materia di assistenza sociale, di pubblica istruzione e altri contributi e trasferimenti correnti. «Una situazione che rende difficile amministrare e dare risposte ai bisogni dei cittadini», ha detto ancora l'assessore. «Restituiamo alla città un ente con i conti più che in ordine – ha concluso Campus – e abbiamo incassato più di quanto sperato, con una provvista di risorse che prima non c'erano. È da queste bisognerà ripartire». Durissime le opposizioni compatte nel voto contrario. Con Alivesi (Fi) che accusa l’amministrazione di inconcludenza e chiede a gran voce la nomina dell’assessore mancante, Murru e Manca (M5S) che parlano di vera e propria incoscienza, Lucchi che sottolinea come l’opposizione vuole che le cose siano fatte, perché ci mette la faccia comunque, e Carta (FdI) che sottolinea come le critiche pesantiÈ arrivino anche dalla maggioranza e che, facendo un rendiconto politico, il fallimento è palese.

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