La Nuova Sardegna

Sassari

Crisi comunale, un’altra fumata nera 

di Luigi Soriga
Crisi comunale, un’altra fumata nera 

Melina nella riunione di coalizione: il Pd non mette in campo proposte e il sindaco non si dimette. Soluzioni rimandate

22 giugno 2017
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SASSARI. Presente due squadre chiuse su se stesse a catenaccio, che non vogliono sbilanciarsi e aspettano che sia l’altro a tentare la prima azione di attacco? Lo stallo del Pd in questo momento è cristallizzato in questa noiosa partita di calcio.

Anche la riunione di coalizione di ieri sera non può offrire grossi colpi di scena. Primo perché mancano i capicorrente, cioè i bomber, quelli che prendono davvero le decisioni e siglano i gol. Secondo perché già nell’incontro di maggioranza di martedì i partiti sono usciti allo scoperto: «Niente commissario per Sassari», è lo slogan, che tradotto vuol dire appoggio al sindaco e nessuna voglia di andare a casa. Anzi Sel, Idv, Cd, Ora Sì, Upc e Partito dei Sardi con i consiglieri comunali Giancarlo Serra, Marco Manca, Giampaolo Manunta, Franco Era, Nanna Costa, Tonino Falchi, e gli assessori Amalia Cherchi e Ottavio Sanna, potrebbero addirittura assaporare quella rappresentatività nell’esecutivo che fino ad ora non gli era mai stata accordata. E la prospettiva, per un piccolo partito, è alquanto allettante. «Attendiamo dal Partito Democratico una proposta risolutiva al tavolo della coalizione per fare continuare il mandato del sindaco – dicono i monogruppo – Nonostante le varie problematiche tra Nicola Sanna e il Pd, non siamo disponibili al commissariamento della città e dell’attività amministrativa».

Ma questo slancio risolutivo da parte del Pd non arriverà, perché il partito non è disposto a mettere in campo nomi per riempire le poltrone sguarnite. E quindi per un po’ le due squadre faranno melina, spazzando la palla da una metà campo all’altra: «Voi datemi i nomi», «Tu ricuci gli strappi con gli assessori» e via dicendo, finché non si arriverà vicino al novantesimo. E a quel punto, visto che gli assessori dimissionari difficilmente faranno un passo indietro dopo aver sbattuto malamente la porta, è probabile che la prima azione la faccia il sindaco. E siccome ha già detto e ribadito di non voler dimettersi, non gli resta che una possibilità: dare il benvenuto nell’esecutivo ai piccoli partiti di maggioranza, e poi allargare la coalizione ai partiti del centrodestra. Nicola Lucchi e Sassu potrebbero tendergli una mano.

A quel punto però Nicola Sanna sarebbe automaticamente fuori dal Pd e la reazione del partito sarebbe istantanea. Verrebbe presentata in aula una mozione di sfiducia e si arriverebbe alla resa dei conti definitiva. I consiglieri e gli assessori del Pd schierati a fianco del sindaco e a sostegno della nuova giunta trasversale verrebbero espulsi dal partito. Chi sarebbe disposto a stracciare la tessera? E poi per avere i numeri per governare Nicola Sanna avrebbe bisogno anche di qualche appoggio in più in casa del centrodestra.

Chi ha il coraggio di non sottoscrivere un’eventuale mozione di sfiducia? Questi sono dei possibili scenari, ma poi il calcio e la politica sono imprevedibili: capaci di prendere in contropiede qualunque pronostico.

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