La Nuova Sardegna

Sassari

Cade a pezzi la chiesa dei Candelieri

di Antonio Meloni
Cade a pezzi la chiesa dei Candelieri

Calcinacci dal cupolone: transennate tre aree del santuario. Corsa contro il tempo per garantire la sicurezza la sera del 14

06 agosto 2017
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SASSARI. Questa volta a cedere è stato il cupolone, la “zimboina”: ieri i frati, quando sono entrati in chiesa per le prime funzioni del mattino, hanno trovato diversi pezzi di intonaco su un banco e sul pavimento. Immediata la segnalazione ai vigili del fuoco che, constatato il nuovo distacco di materiale terroso, non hanno potuto far altro che transennare anche quell’area con il consueto nastro biancorosso. A Santa Maria scatta l’emergenza, non solo per i continui cedimenti di un edificio che comincia a rivelare tutti i problemi dell’età, ma anche perché sarà davvero difficile che la situazione possa essere rimessa in sicurezza per la cerimonia del Voto al termine della Discesa dei candelieri del 14 agosto. A meno che gli operai non lavorino giorno e notte per una settimana di fila.

Dopo il cedimento verificatosi nei giorni scorsi nella cappella di sant’Antonio, e quello di due anni fa dalla volta della navata centrale, l’agibilità della chiesa-simbolo di Sassari si è ridotta di un buon quaranta per cento.

Santa Maria si è trasformata in un cantiere, con la differenza che dietro le reti e le protezioni non ci sono operai al lavoro perché le transenne e le coperture servono solo per limitare i danni a cose e persone di quelli che potrebbero essere eventuali ulteriori distacchi. Ipotesi tutt’altro che remota, visto che in due giorni le pareti hanno ceduto in due punti distinti. Una ricorrenza preoccupante che farà perdere il sonno a tanti e non per l’afa di questi giorni. Quale possa essere la causa è ancora difficile dirlo, si possono solo formulare ipotesi, le stesse fatte nei giorni scorsi durante l’ispezione congiunta, vigili del fuoco, ufficio tecnico del comune e polizia locale.

La struttura è molto malandata, le piogge hanno infiltrato e il gran caldo ha fatto il resto. Impossibile dire altro, almeno fino a quando non si potrà fare un rilievo ravvicinato nei punti in cui si sono verificate le lesioni. Per l’infiltrazione esterna, quella sulla volta della cappella di sant’Antonio, lunedì mattina verrà impiegato il drone in dotazione alla polizia locale e allora i tecnici potranno dire di più. I rilievi da dentro saranno un tantino più complessi, perché il drone, all’interno della chiesa, non risponde ai segnali del radiocomando e va per conto proprio. L’ipotesi al vaglio è quella di montare un’impalcatura di fronte all’altare di sant’Antonio, consentire ai tecnici di fare un sopralluogo e poi smontare il ponteggio. Per la volta del cupolone non se ne parla perché montare e smontare un ponteggio così alto richiede un tempo tecnico che manca. Fra una settimana c’è la Faradda, per far entrare candelieri, fedeli e autorità bisognerà garantire la sicurezza e l’area è interdetta fino a nuovo ordine. Per precauzione è stato chiuso anche l’ingresso laterale, quello che fino a ieri consentiva l’accesso a carrozzine e malati. Come dire che a Santa Maria i disabili, allo stato delle cose, non possono entrare. Lunedì mattina anche il sindaco Nicola Sanna, che non ha nascosto la sua preoccupazione, presenzierà ai rilievi che i tecnici faranno esternamente.

Qualsiasi decisione si dovesse prendere, occorre lottare contro il tempo per rimettere in sicurezza e garantire l’accesso in chiesa a una moltitudine di persone la sera della discesa dei Candelieri. Un miracolo che questa volta, forse, neanche l’Assunta sarà in grado di garantire.

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