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Anna Maria Sechi racconta la sua vita da emigrata

 Anna Maria Sechi racconta la sua vita da emigrata

PERFUGAS. È nata a Perfugas intorno alla metà del secolo scorso e, pur essendosi allontanata dalla Sardegna quand’era ancora molto giovane, non ha mai visto attenuarsi la forza dei ricordi di una...

10 agosto 2017
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PERFUGAS. È nata a Perfugas intorno alla metà del secolo scorso e, pur essendosi allontanata dalla Sardegna quand’era ancora molto giovane, non ha mai visto attenuarsi la forza dei ricordi di una vita non facile ed esemplare sotto molti riguardi. Oggi settantaseienne, Anna Maria Sechi può fare il punto sulla vita vissuta e i traguardi raggiunti. Anche questa estate è rientrata a Perfugas per trascorrere nel paese in cui è nata un periodo di riposo. Questa volta ha portato con sé la bella notizia di un libro che ha scritto per il mercato editoriale francese. Ha un titolo poetico (“Les oiseaux sans plumes”) e un taglio autobiografico. Nel suo libro racconta il proprio vissuto biografico, dal viaggio che, ancora bambina, compirà con la madre e i fratelli per raggiungere il padre minatore in Belgio, alle vicissitudini della vita che la spinsero a diffondere nel nord Europa un primo interesse verso la talassemia, malattia che ha un’alta incidenza in Sardegna, ma che altrove (e qui si parla degli anni ’60) era pressoché sconosciuta. Con il sostegno di medici e altri genitori che, come lei, avevano un congiunto affetto da talassemia sarà tra le fondatrici di un’associazione belga impegnata nella lotta contro la Talassemia. Associazione di cui la settantenne scrittrice perfughese è diventata presidente. Capace di padroneggiare più lingue in campo letterario, Anna Maria Sechi scrive e traduce sia in sardo che in francese e in italiano. Apprezzata per la qualità dei suoi lavori letterari, tanto in prosa quanto in poesia, la scrittrice ha lasciato il segno anche nel tessuto comunitario di cui è diventata parte integrante. Stabilitasi a Bruxelles per più di trent’anni, vive attualmente a Charleroi. Ha esercitato la professione di podologa e, malgrado i tanti impegni del lavoro e della famiglia, ha dato un contributo alla vita associativa dei sardi emigrati. È stata presidente del Circolo Quattro Mori di Charleroi. Un’associazione perfettamente integrata, come dimostra la visita che il Circolo ricevette diversi anni fa da parte della famiglia reale belga. Un onore reso alla comunità sarda dal principe Philippe e dalla principessa Mathilde, ma anche un bel riconoscimento per quella che lo studioso perfughese Mauro Maxia definisce «una persona speciale per intelligenza, bontà e forza d’animo».

Giuseppe Pulina

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