La Nuova Sardegna

Sassari

Crollo nell’oratorio, sfiorata la tragedia

di Nadia Cossu
Crollo nell’oratorio, sfiorata la tragedia

Il solaio dell’edificio annesso alla chiesa di San Gavino è venuto giù durante la notte. Don Antonio: «Era tutto per noi»

09 settembre 2017
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SASSARI. «Questo locale per noi era tutto». La mano di don Antonio indica ora un cumulo di macerie. Bastano quelle poche parole insieme allo sguardo affranto del giovanissimo parroco per capire che il crollo nell’oratorio della chiesa di San Gavino martire (nella borgata di Bancali) è molto più di una montagna di pietre e calcinacci.

«L’oratorio rappresentava per la comunità l’unico luogo di aggregazione – spiega il sacerdote che da sette anni guida la parrocchia – Era cioè tutto. Qui si faceva il catechismo, l’assistenza ai poveri con il servizio Caritas, le cene di beneficenza o anche semplicemente un piccolo rinfresco dopo la messa per stare insieme».

Ma alcuni giorni fa il solaio è crollato. «È successo di notte, un vero miracolo che non ci sia stato il morto» continua a ripetere don Antonio Serra mentre guarda ciò che rimane di un dipinto della Madonna su una parete. E ha ragione, è venuto giù tutto, letteralmente sbriciolato, e la stessa sorte toccherà ai pochi muri che sono rimasti in piedi. «Due piogge e crollerà tutto», riferisce il sacerdote quanto gli hanno comunicato i vigili del fuoco che hanno dichiarato lo stato di inagibilità dell’intero locale.

E l’amarezza di questo prete di 32 anni originario di Cargeghe ma profondamente legato alla borgata, aumenta perché non ci sono alternative a questo spazio. In attesa di interventi immediati i circa cento bambini che vivono a Bancali, ad esempio, frequenteranno il catechismo dentro la chiesa. Ma è chiaro che potrà essere solo una soluzione temporanea e di emergenza. Perché in chiesa si va per pregare e per ascoltare la messa.

E don Antonio non ha alcuna intenzione di gettare la spugna. Ha uno spirito buono e allo stesso tempo battagliero, basti pensare che al suo arrivo nella borgata, nel 2010, la chiesa di San Gavino era chiusa da quattro anni per lavori di ristrutturazione che però non vedevano mai la fine. La messa veniva celebrata all’interno dello stesso oratorio che ora è venuto giù. Lui ha mosso mari e monti, ha bussato alle porte del Comune e con la sua tenacia è riuscito a ottenere, nel giro di un anno, la riapertura della parrocchia.

Ora ha un nuovo obiettivo da raggiungere: l’ampliamento della chiesa e dell’oratorio. La Cei ha già detto sì al cofinanziamento del progetto (coprirà cioè il 75% delle spese che complessivamente ammontano a circa 800mila euro). Ma bisogna trovare il resto dei soldi, intorno ai 150mila euro. «Se il Comune e la Regione ci dessero una mano in tempi rapidi potremmo iniziare subito i lavori. Perché la Cei finanzia a stati di avanzamento ma noi abbiamo necessità di cominciare e l’impegno delle istituzioni sarebbe importantissimo». L’altra strada è quella delle donazioni di privati che permetterebbero di avviare il progetto di ampliamento nell’arco di massimo due mesi. Don Antonio ha avuto anche un’altra pensata: la lotteria di beneficenza. «Alcuni artisti come Elio Pulli, Liliana Cano, Marco Silecchia, Franco Carenti hanno già aderito e altri stanno dando la loro disponibilità».

Si tratta di racimolare – tra istituzioni e privati – 100mila euro che, per dirla con le parole del parroco, «rimetterebbero in piedi un’intera borgata».



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