La Nuova Sardegna

Sassari

Siccità, uso dei reflui e del Coghinas per uscire dalla crisi

Siccità, uso dei reflui e del Coghinas per uscire dalla crisi

Il Consorzio di bonifica della Nurra sollecita la Regione Il presidente Zirattu: «Non si può sperare solo nelle piogge» 

15 settembre 2017
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SASSARI. «Per uscire dall’emergenza siccità nelle campagne dobbiamo puntare sull’utilizzo dei reflui della città di Sassari e sul collegamento con il bacino del Coghinas. Diversamente saremmo costretti, ancora una volta, a sperare solo nelle piogge. E potrebbe non bastare». Il presidente Gavino Zirattu non ha usato molti giri di parole parlando all’assemblea dei delegati del Consorzio di Bonifica della Nurra che si è riunita per la prima volta dopo la recente tornata elettorale nella sede di via Rolando. È stata, quella di Zirattu, una “chiamata” a intervenire nei confronti della Regione e di tutti gli altri enti coinvolti nel sistema irriguo perché quelle due opere sono indispensabili per l’agricoltura e lo sviluppo.

«Quello che mi preoccupa è che il peggio potrebbe ancora non essere passato: il sistema dei bacini Temo-Cuga-Bidighinzu è in forte sofferenza e senza una programmazione non potremmo mai ripristinare le riserve d’acqua necessarie», avverte il presidente del Consorzio, dopo la terribile estate del 2017 che ha messo in ginocchio gli agricoltori e le produzioni e costretto il Consorzio a una chiusura anticipata della stagione irrigua per molte coltivazioni.

Perciò occorre uno sforzo comune verso l’attivazione dei due interventi proposti, assolutamente strategici per uscire dalla precarietà. L’utilizzo dei reflui di Sassari, infatti, garantirebbe alla Nurra un apporto idrico annuo di 12 milioni di metri cubi di acqua, mentre il collegamento con il Coghinas offrirebbe un ulteriore incremento di otto, nove milioni di metri cubi. Sono quantità che metterebbero in sicurezza le riserve d’acqua e garantirebbero una maggiore serenità nella gestione della campagne irrigue future. Il primo intervento è ultimato da alcuni anni, ma non ha le autorizzazioni regionali per l’entrata in funzione mentre il secondo è realizzato in gran parte, ma occorre un’integrazione del finanziamento per poterlo ultimare.

L’attuale stato delle cose, invece, consente l’irrigazione del carciofo, del carciofo a goccia, dei prati monoliti e polifiti, delle colture protette, degli erbai autunno vernici, delle officinali, delle ortive a goccia e dell’olivo di primo impianto, solo se esplicitamente indicate nella domanda irrigua. Per tutte le altre colture il Consorzio ha ricordato che le autorizzazioni sono negate.

Intanto tra gli obiettivi per il prossimo mandato il Consorzio ha annunciato la volontà sia di riappropriarsi della gestione delle acque sia di ridurre il costo dei ruoli. Per il miglioramento della rete idrica, invece, Zirattu ha evidenziato i vantaggi della condotta recentemente realizzata tra monte Baranta e monte Uccari e ha illustrato i progetti di interconnessione con il Coghinas e di miglioramento del canale adduttore, con un costo di oltre 30 milioni di euro.

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