La Nuova Sardegna

Sassari

Il futuro del Turritania «Non diventi un ghetto»

di Luca Fiori
Il futuro del Turritania «Non diventi un ghetto»

Commercianti e residenti della zona vedrebbero bene una casa dello studente Ma in tanti temono che qualcuno voglia trasformarlo in un centro per stranieri 

27 settembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Mettono tutti le mani avanti e precisano che non si tratta di razzismo, ma l’idea che quelle finestre sbarrate da tempo e nascoste dal tartarugone gigante dipinto due anni fa dallo street artist “Ericailcane” si possano riaprire per dare luce a un nuovo centro d’accoglienza per stranieri, da queste parti non piace quasi a nessuno.

In porta Sant’Antonio il futuro dell’ex hotel Turritania residenti e commercianti lo immaginano in tanti modi diversi - dalla casa per lo studente al parcheggio multipiano - ma su una cosa sono tutti d’accordo: quel casermone abbandonato non diventi un ghetto - è il pensiero comune - perché a una certa ora questa parte del centro storico diventa terra di nessuno e la gente non si sente affatto sicura.

«Io ci vedrei bene una casa dello studente - spiega Maria Vittoria Bassu che in piazza Sant’Antonio gestisce un piccolo negozio di generi alimentari - o anche una casa di riposo per anziani, un’opera di cui in città si sente l’esigenza. Sul fatto di buttarlo giù - aggiunge la commerciante - ho qualche dubbio, non vorrei che diventasse l’ennesima scorciatoia per raggiungere i soliti centri commerciali di Predda Niedda. Il Comune deve investire di più su questa parte di città - continua la donna - da anni aspettiamo l’apertura del centro intermodale che potrebbe rilanciare l’economia del quartiere, ma nel mentre facciamo la fame. Mi auguro solo una cosa - conclude - che non lo trasformino in un ghetto, perché qui viviamo già con la paura».

Per il vecchio hotel Turritania, costruito tra il 1942 e il 1944, ci sarebbe un progetto ben avviato che prevede l’abbattimento con la creazione di un sovrappasso stradale e la riqualificazione della piazza, ma prima rimane da superare il vincolo posto da Soprintendenza e Ministero, su cui la giunta Ganau era andata a sbattere. Ma in tanti sono convinti invece che quel vincolo non cadrà mai e che ci sarebbe già qualcuno pronto a rilevare il vecchio edificio per realizzare un nuovo centro di accoglienza per richiedenti asilo.

«Qui non è un problema di razzismo - spiega Gavino Pintus che gestisce con il padre una rivendita di frutta e verdura e vino sfuso in piazza Sant’Antonio - in questa zona della città hanno concentrato tutti gli stranieri e ora sono loro che comandano. La sera la gente ha paura - aggiunge - l’ultima aggressione è avvenuta solo qualche giorno fa durante una processione religiosa. Io sono favorevole all’abbattimento - conclude - e alla realizzazione di un parco o di un’opera utile per la città, in modo da riqualificare questa zona che al momento si sente abbandonata, ma mi auguro che non lo si trasformi nell’ennesimo ghetto, come è stato già fatto in molte vecchie palazzine del centro in cui gli stranieri vivono ammassati in condizioni disumane». Per Salvatore Ibba, che al centro della piazza gestisce l’unica edicola del quartiere, quella vecchia costruzione andrebbe rasa al suolo. «Io ci farei un parcheggio multipiano - spiega l’edicolante indicando l’ex hotel Turritania - e qui davanti creerei la fermata dei pullman che arrivano dai paesi del circondario e quella della metropolitana di superficie. Per il centro storico - conclude Ibba - sarebbe linfa vitale e questa zona forse potrebbe scrollarsi finalmente di dosso la nomea di ghetto che si è fatta negli ultimi anni». Anche Franco Fiori titolare del bazar “Tartaruga” a pochi passi dalle antiche mura è contrario a un nuovo centro per stranieri. «Ci vedrei bene una casa per lo studente - spiega il commerciante - credo che sarebbe la soluzione ideale per ridare vita a questo quartiere in agonia».

In Primo Piano
Amministrative

L’annuncio di Massimo Zedda: «Anche Azione mi sosterrà con una lista». I 5 Stelle: «Subito un chiarimento»

di Umberto Aime

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative