La Nuova Sardegna

Sassari

Manca il collaudo, la banchina già inaugurata resta bloccata

di Gavino Masia
Manca il collaudo, la banchina già inaugurata resta bloccata

Il taglio del nastro era stato affidato l’estate scorsa al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio Vietato l’ormeggio alle navi e attività penalizzate: l’incredibile storia di uno scalo dove tutto si ferma

18 novembre 2017
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PORTO TORRES. In un porto commerciale che può esprimere diverse potenzialità di sviluppo e che dispone di traffici marittimi che si aprono verso l’Europa – con i collegamenti dei traghetti che toccano gli scali di Francia, Corsica e Spagna – non è possibile vedere ancora una banchina come quella degli Alti fondali senza collaudo. Sono infatti trascorsi diversi mesi dal taglio del nastro della banchina da parte del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, e non si capisce davvero perché quel lungo approdo del porto commerciale risulti ancora senza collaudo e quindi vietata all’ormeggio delle navi. In tanti si chiedono perché nello scalo marittimo turritano i lavori per la definizione delle opere portuali vadano così a rilento rispetto ad altri porti del nord Sardegna, soprattutto dopo che la struttura portuale è stata sottoposta a un restyling da 3milioni di euro da parte della Port Authority. Lavori e burocrazia hanno pure limitato la piena fruibilità e il relativo funzionamento della banchina per circa due anni, compromettendo il piano accosti delle navi Meridionale, Corsica Ferries e Grandi navi veloci che transitavano all’interno dello scalo. Per l’approdo degli Alti fondali c’è anche un finanziamento di 7 milioni di euro dello stesso Ente portuale, per dragare il fondale, e sono state concluse anche la caratterizzazioni propedeutiche al dragaggio per portare il fondale della banchina da meno 8 a meno 11 metri. Dopo il contraddittorio con l’Arpas sui residui prelevati dal fondali, previsto per legge, i lavori ipotizzati la scorsa estate avrebbero dovuto iniziare entro l’anno. «Tutti gli enti preposti – ricorda il consigliere comunale Franco Pistidda – avevano preso impegni certi per mettere a disposizione quella banchina per le compagnie di navigazione: ad oggi sembra di assistere all’ennesima beffa da parte dell’Autorità portuale che, forse, non si rende conto di quanto sia importante avere a disposizione una ulteriore approdo per le navi all’interno del porto commerciale». La banchina è lunga 440 metri è verrà ridotta a 370 dopo la resecazione per la futura realizzazione dell’antemurale: anche su quell’opera strategica finanziata con 30 milioni di euro – per consentire di rendere agevole l’ingresso e l’uscita delle navi dal porto commerciale – è calato un pericoloso silenzio. L’appalto dei lavori sono stati aggiudicati in via definitiva all’operatore economico Sales da circa due anni - con un ribasso del 18,61 per cento sull’importo posto a base di gara per un importo di contratto pari a 25 milioni e 448mila euro – ma finora non si è visto alcun accantieramento dell’azienda per far sperare nell’avvio dell’opera da parte degli operatori portuali. La politica ha sempre sostenuto che il porto rappresenta il vero volano dell’economia territoriale, ma di questi tempi bisogna trasformare quelle parole solo in atti concreti.

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