La Nuova Sardegna

Sassari

Autorità portuale, il nuovo comitato fa fuori Porto Torres

di Gavino Masia
Autorità portuale, il nuovo comitato fa fuori Porto Torres

La città senza rappresentanti nell’organismo regionale Lo sfogo del sindaco Wheeler: «Reclameremo i nostri diritti» 

22 novembre 2017
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PORTO TORRES. È stata completata la costituzione del comitato della nuova Autorità di sistema portuale della Sardegna – organismo previsto dalla riforma della gestione portuale – e tra i suoi componenti non c’è alcuna figura che rappresenta la città di Porto Torres. Eppure lo scalo marittimo turritano ha numeri importanti nei traffici marittimi e grandi potenzialità di sviluppo nelle infrastrutture, ossia credenziali più che sufficienti per essere rappresentato dalla Regione nel sistema portuale sardo. E anche esperti nel settore della navigazione che potrebbero coadiuvare il presidente della Port Authority nella attività amministrativa e di programmazione.

La reazione del sindaco. «La situazione che si è venuta a creare in seno all’Autorità portuale di sistema del mare della Sardegna – dice Sean Wheeler - è il frutto di una legge che non ha tenuto conto delle esigenze del territorio: si tratta di una vera e propria aberrazione. Le città portuali non hanno nessuna rappresentanza e continueremo a chiedere che i comuni portuali vengano interpellati. Avevo già lanciato l’allarme a gennaio del 2016, avvertimento che è stato reiterato più volte e che è rimasto sempre inascoltato, e la nostra richiesta è che venga rivista la legge».

Decreto correttivo. Wheeler ricorda che il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, presidente della commissione città portuali dell'Anci, ha detto che il decreto correttivo deve prevedere la possibilità che il sindaco o un suo delegato possano sedere nei comitati di gestione delle Autorità portuali, un principio che viene applicato in tutta Europa, ma non in Italia. «Porto Torres ha quindi diritto a far parte del comitato e siamo pronti a reclamare il nostro diritto in ogni sede, anche organizzando iniziative di protesta, come è stato deciso durante l'ultima riunione dell’Anci». «La nuova Autorità avrebbe potuto rappresentare il nuovo corso della gestione portuale – dice il consigliere Carta di Autonomia popolare -, rivoluzionario rispetto al passato e in grado di riequilibrare le disparità che il nostro territorio ha subito finora. Anche stavolta non solo la nostra città, ma un territorio intero, subiscono un durissimo colpo in termini di programmazione futura. È inaudito che ad un porto come quello turritano, dotato di spazi importantissimi, che riveste un ruolo di primo piano nel Mediterraneo, situato a pochi metri da uno degli insediamenti industriali principali dell’isola, nonché collettore dei traffici della seconda più importante area regionale non sia stata riconosciuta rappresentanza nel nuovo organo di gestione». Secondo Carta il territorio deve fare fronte unico istituzionale, politico e rappresentativo delle categorie produttive, mettere da parte le bandiere e rivendicare l’importanza dello scalo in maniera forte e decisa. Deve far capire che con questa decisione, si sta perdendo lavoro, denari e attrattività rispetto agli investitori. Anche un appello alla Rete metropolitana, per dimostrare concretamente di essere una istituzione a difesa dello sviluppo economico dell’Area vasta.

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