La Nuova Sardegna

Sassari

Maltrattò il cane 6mila euro di multa

di Nadia Cossu
Maltrattò il cane 6mila euro di multa

La proprietaria di un chow chow condannata dal giudice L’animale morì ma non per colpa della condotta della donna

23 novembre 2017
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SASSARI. Seimila euro di multa per aver maltrattato quel bellissimo esemplare di chow chow che dopo un periodo di stenti era morto. Non per colpa, però, della condotta – sicuramente poco premurosa – della proprietaria finita a giudizio ma per un probabile avvelenamento. Per questo il giudice del tribunale di Sassari ha escluso l’aggravante (quella della morte sopraggiunta in seguito a maltrattamenti) e la pena finale si è alleggerita.

È l’esito di un processo che aveva visto la Lida costituirsi parte civile attraverso l’avvocato Stefano Porcu contro la proprietaria di un chow chow. L’imputata era difesa dall’avvocato Stefania Decortes.

Secondo la Procura l’imputata per lungo tempo non avrebbe dato da bere e nemmeno da mangiare al suo cane. E col passare dei giorni il bellissimo esemplare di chow chow – aspetto “leonino”, superbo, con la testa massiccia circondata da una corona di pelliccia – era diventato esile, denutrito, senza più la forza di alzarsi da terra. Fino a morire. Ma a qualcuno non era sfuggito quanto accaduto al povero animale ed era partita una denuncia nei confronti della padrona, una cinquantaquattrenne sassarese. Il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu dopo averla iscritta nel registro degli indagati per il reato di maltrattamento di animali aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. Il pm nell’atto di citazione scriveva che l’imputata «deteneva in stato di abbandono il cane, senza acqua e altra alimentazione, in condizioni incompatibili con la sua natura e produttive di gravi sofferenze (per la presenza di feci agglomerate adese al pelo e per lo stato di denutrizione)». Alla proprietaria veniva contestata anche l’aggravante della morte del cane causata dai maltrattamenti. Ma l’avvocato Decortes ha chiamato a testimoniare in aula un veterinario che ha stabilito che il chow chow è morto per un probabile avvelenamento. Mancando quindi il nesso di causalità l’aggravante è venuta meno.

La Lida (Lega italiana dei diritti dell’animale), e in particolare la presidentessa Maria Murru Carboni, si erano rivolte all’avvocato Stefano Porcu e lo scorso dicembre il processo era entrato nel vivo con la deposizione dei primi testimoni citati dal pm, ossia agenti della polizia municipale e della Forestale. A distanza di poco meno di un anno la conclusione: una condanna a seimila euro di multa.

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