Il “quadro segreto” di Biasi dissequestrato dal giudice
Intitolato “Donne in strada” era stato sequestrato nel 2016 dalla magistratura di Genova dopo essere stato oggetto a Sassari di aspre polemiche
27 novembre 2017
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SASSARI. É stato dissequestrato il “quadro segreto” di Biasi intitolato “Donne in strada”, sequestrato nel 2016 dalla magistratura di Genova dopo essere stato oggetto a Sassari, di aspre polemiche. Funzionari della Sovrintendenza alle Belle arti e una storica dell’arte lo avevano giudicato falso o, comunque, non attribuibile a Biasi, scontrandosi con il parere opposto, espresso dai critici d’arte del Centro Biasi e da due periti del tribunale.
A conclusione dell’indagine relativa, il pubblico ministero che ha diretto l’inchiesta e il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Genova, di comune accordo, hanno archiviato il caso perché il reato non sussiste. É stato quindi e disposto il dissequestro.
Il quadro, acquistato da un iscritto del “Centro Biasi” in una nota casa d’asta genovese, era stato giudicato autentico, dopo accurate analisi e perizie, dagli esperti dello stesso “Centro Biasi”, che perciò aveva pubblicizzato la riscoperta dell’opera opera attribuendole un notevole valore. Perciò non è escluso che le polemiche possano continuare.
Intanto il dipinto è stato restituito al proprietario dai carabinieri del Nucleo di difesa del patrimonio artistico.
A conclusione dell’indagine relativa, il pubblico ministero che ha diretto l’inchiesta e il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Genova, di comune accordo, hanno archiviato il caso perché il reato non sussiste. É stato quindi e disposto il dissequestro.
Il quadro, acquistato da un iscritto del “Centro Biasi” in una nota casa d’asta genovese, era stato giudicato autentico, dopo accurate analisi e perizie, dagli esperti dello stesso “Centro Biasi”, che perciò aveva pubblicizzato la riscoperta dell’opera opera attribuendole un notevole valore. Perciò non è escluso che le polemiche possano continuare.
Intanto il dipinto è stato restituito al proprietario dai carabinieri del Nucleo di difesa del patrimonio artistico.