La Nuova Sardegna

SASSARI. Un resoconto dettagliato e preciso dell’ormai famoso bilancio Asl del 2010 finito al centro di un’inchiesta che ha portato sul banco degli imputati, tra gli altri, l’allora manager dell’Azienda sanitaria Marcello Giannico. Ieri mattina, davanti al collegio presieduto dal giudice Maria Teresa Lupinu è continuato l’esame dell’ex direttore generale. Giannico ha risposto prima alle domande del suo legale Massimiliano Ravenna e poi a quelle del procuratore Gianni Caria. È stato un interrogatorio “tecnico” con puntualizzazioni riferite ad aspetti di contabilità ma che avevano come filo conduttore una difesa strenua dell’imputato: «Ciò che ho fatto è stato prestare una particolare attenzione agli aspetti economici come è giusto che sia in una azienda sanitaria dove la contabilità assume una rilevanza maggiore rispetto ad altre aziende e non può limitarsi all’applicazione delle norme del codice civile» è stato uno dei passaggi dell’interrogatorio di Giannico.

Il procuratore Caria aveva aperto un’inchiesta sul controverso bilancio aziendale di sette anni fa chiuso con 880mila euro di passivo dall’allora direttore amministrativo Angela Cavazzuti e poi diventato una voragine di diciotto milioni secondo i conti di Marcello Giannico. Calcoli che per la guardia di finanza e per il pm sarebbero frutto di debiti nei confronti dei dipendenti, gonfiati ad arte dall’allora direttore generale. Calcoli che per Giannico rispecchiavano esattamente la realtà disastrosa dell’azienda sanitaria locale, ma che nessuno per anni aveva avuto il coraggio di portare alla luce.