La Nuova Sardegna

PERFUGAS. Finalmente a casa. L’ambulanza è rientrata alla base. Dopo 247 giorni, e quindi dopo otto mesi, l’Avis di Perfugas ha riavuto indietro il suo mezzo principale: un Ducato Fiat, 3000 di cilindrata, che, sottoposto a controlli e revisioni, era stato trattenuto in officina per un periodo di tempo così lungo da esasperare tutti i volontari perfughesi. Otto mesi vissuti nel frattempo in piena emergenza, perché le richieste di intervento non sono affatto diminuite e i volontari impegnati nel 118 si sono dovuti ingegnare non poco per dare continuità al servizio. Tutti, ora, si sentono più sollevati, perché la lunga attesa è finita e la piena funzionalità del servizio, comunque mai venuta meno, è stata ripristinata. Ad aver penato non poco in questi otto mesi è stato Giovanni Demarcus, presidente dell’Avis di Perfugas, che così commenta la fine di quella che sembrava essere un’odissea senza lieto fine: «Il nostro impegno è sempre stato alto su vari fronti, dalla donazione del sangue al 118, dai trasporti alle attività con la Protezione Civile e Sardegna solidale, e per questo non posso che ringraziare tutti i volontari per il lavoro fatto e l’attaccamento dimostrato verso l'associazione. È sempre stata necessaria la formazione per poter assistere al meglio la gente in qualsiasi situazione, ragione per cui ci sentiamo grati verso la C.o.operativa 118 e la Regione. Si tratta, inoltre, di persone che ci sono state vicine in questi 247 giorni di mancanza del mezzo».

Il peggio sembra essere passato, dunque, e nuovi impegni attendono ora l’Avis perfughese. Si pensa all’acquisto di una nuova ambulanza per soddisfare meglio le crescenti richieste di servizio che, con il decreto Gabrielli, riguarderanno sempre di più occasioni come feste, attività sportive e culturali. Dietro l’angolo c’è anche un gradito anniversario. Il prossimo 9 dicembre verranno festeggiati i 38 anni di attività dell’associazione.

Giuseppe Pulina