La Nuova Sardegna

Sassari

Gli abbattimenti? A Sorso li deciderà il Consiglio

di Salvatore Santoni
Gli abbattimenti? A Sorso li deciderà il Consiglio

I tecnici comunali chiedono che il destino degli abusi edilizi sia stabilito in aula La perplessità dei consiglieri: «Sono pratiche troppo tecniche, non ci competono» 

07 dicembre 2017
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SORSO. Il via libera alle demolizioni degli abusi edilizi deve passare in consiglio comunale. È questa la novità che la struttura amministrativa di Sorso ha illustrato ieri mattina in commissione Manutenzioni raccogliendo forti dubbi e qualche contrarietà da parte dei consiglieri comunali di maggioranza e minoranza. Al centro della discussione il rischio di creare un precedente storico.

Quando gli uffici accertano un abuso edilizio il primo atto è l’ordinanza di demolizione. A quel punto, se la situazione non è sanabile, possono accadere due cose. La prima è anche la più semplice: il proprietario ripristina lo stato dei luoghi, e la questione si chiude lì. La seconda, invece, è più complicata: l’abuso non viene demolito e il Comune è quindi costretto per legge ad acquisire il bene al patrimonio pubblico. Circostanza che però non salva l’abuso, salvo che ci sia un rilevante interesse pubblico, che però non deve confliggere con quelli urbanistici e ambientali.

È proprio su questo dettaglio che ieri in commissione Manutenzioni si è consumata una frattura tra tecnici e amministratori comunali. I consiglieri hanno esaminato tre casi che gli uffici chiedono di votare in aula. Si tratta di situazioni relativamente recenti per le quali i proprietari sono già stati sanzionati – la legge prevede multe da 2mila a 20mila euro – e quindi di beni che figurano già iscritti nel patrimonio dell’ente.

Il primo riguarda un container che è stato collocato in un terreno di campagna. La seconda pratica è un ampliamento di una casa, un vano adibito ripostiglio di qualche metro quadro. Infine, c’è una serie di interventi nelle campagne che riguardano diversi corpi di fabbrica. Durante la discussione è emerso che si tratta di situazioni per le quali non ci sono i presupposti di interesse pubblico. Il punto di rottura tra la parte politica e quella amministrativa è proprio su questo punto. Da una parte c’è la struttura tecnica che vorrebbe l’imprimatur caso per caso dal consiglio comunale, cioè votare per dare via libera all’abbattimento; dall’altra ci sono i consiglieri che non vogliono saperne di deliberare su questioni molto tecniche e anche politicamente molto scivolose.

«Io non posso decidere di buttare giù una proprietà comunale – ha spiegato il dirigente comunale Marco Delrio – perché quando le opere sono acquisite al patrimonio dell’ente, a quel punto deve decidere il Comune cosa farne».

«Non ho mai sentito parlare di consigli comunali che hanno trattato di queste pratiche», ha detto il presidente della commissione Gianni Tilocca. Gli hanno fatto eco il capogruppo di maggioranza, Agostino Delogu, il vicecapogruppo del Pd, Michele Roggio, e il capogruppo di Unione riformista, Gian Paolo Sanna. Motivo per il quale la commissione ha sospeso i lavori per rinviare la decisione a martedì prossimo.

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