La Nuova Sardegna

Sassari

Gli ambientalisti all’attacco: «No a nuovo cemento negli hotel»

Gli ambientalisti all’attacco: «No a nuovo cemento negli hotel»

La Consulta: «L’equazione più metri cubi più presenze è una vecchia ricetta che ha dimostrato di non funzionare e mette a rischio il futuro»

22 dicembre 2017
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SASSARI. Turismo, sviluppo e cemento. Una equazione a tre incognite da maneggiare con cura. Nel dibattito promosso sulla Nuova in molti hanno messo in evidenza la necessità di aumentare la qualità e la quantità delle strutture ricettive. Più hotel a 5 stelle, più volumi e più servizi. Il sindaco di Alghero Mario Bruno, il presidente del Consorzio turistico Riviera del Corallo Stefano Visconti, ma anche in parte il senatore del Pd Silvio Lai. E anche l’urbanista Enzo Satta ha spiegato come la Costa Smeralda abbia bisogno di completare il suo progetto per mantenere un appeal internazionale.

Parole che hanno generato la ferma opposizione della Consulta ambiente e territorio. La associazione delle associazioni ambientaliste contesta in modo duro le ipotesi di nuove strutture. «Il modello propugnato e attuato per mezzo secolo - grazie al partito del sì a tutto - non ha prodotto gli effetti sperati e ha bisogno di un deciso cambio di rotta. Ma tutte le ricette salvifiche di questi tempi hanno lo stesso retrogusto stantìo. Visioni vecchie vengono spacciate per nuove». La Consulta punta dritto sui comuni di Alghero e Arzachena, due delle mete turistiche più importanti dell’isola. «Si parla di due realtà accomunate da un destino per certi versi simile. Il destino è l’agognato “sviluppo” turistico. E i modi per raggiungerlo, talvolta abilmente dissimulate, sono stringi-stringi sempre le stesse: meno vincoli per l’adeguamento dell’offerta turistica».

Per la Consulta c’è un peccato originale in entrambi i centri. Non hanno una pianificazione del territorio. «È significativo che l'architetto Satta evochi il Masterplan della Costa Smeralda, a suo tempo rigettato perché proponeva milioni di metri cubi in deroga alle leggi della Regione. Un progetto rifiutato per manifesta illogicità della proposta avanzata con insistenza dal Consorzio. Il Comune di Arzachena si tiene stretto il Programma di Fabbricazione del 1942. Non ha, o non rivela, i dati dell'insediamento costiero e la ricognizione sulle volumetrie esistenti riproposta anche dalla legge Salvacoste». Poi puntano il dito contro Bruno. «Preoccupa la vaghezza del sindaco di Alghero che invoca la crescita di posti letto nella Riviera del Corallo com e antidoto alla stagione estiva troppo breve perché pure gli alberghi più grandi del suo Comune chiudono a fine estate. La sua proposta, astratta e generica, non precisa quale debba essere il quadro delle compatibilità urbanistiche e paesaggistiche. Né potrebbe fare di meglio, visto il nebuloso processo di redazione di un Puc ancora in corso dopo 23 anni di gestazione».

Nel mirino finiscono anche le proposte del senatore Pd Silvio Lai. «Lai rimane nel solco virtuoso del “più alberghi a 5 stelle ma solo riconvertendo i volumi esistenti per rafforzare il Nord Ovest dell'isola, all’Asinara ma anche a Platamona”. Ma non dice nulla del vuoto imbarazzante della pianificazione locale - a cui la classe dirigente regionale non è di certo estranea - da cui deriva il lassismo che ha provocato l’arrembaggio edilizio delle seconde case nei decenni trascorsi. Colpisce il capovolgimento dei termini nella tesi del senatore del Pd Lai, secondo cui la crescita dei posti letto rafforzerebbe il sistema dei trasporti. Si ripete il paradigma logoro del “più volumi uguale più turisti e più aerei e navi”. Troppo difficile immaginare uno scenario “più turisti uguale razionale uso dei volumi esistenti”. Noi diciamo no a nuove aggressioni alle aree costiere. Meglio chiedersi come mantenere aperte ed efficienti le strutture che già esistono e assicurare subito la possibilità di viaggiare a buon prezzo pure in inverno». (l.roj)

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