La Nuova Sardegna

Sassari

Comune di Sassari, bilancio stritolato dallo Stato

di Giovanni Bua
Comune di Sassari, bilancio stritolato dallo Stato

Palazzo Ducale è costretto a tenere bloccati 21 milioni in cassa per clausole di salvaguardia. E crollano i trasferimenti

19 gennaio 2018
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SASSARI. Un bilancio da 120 milioni dentro cui è sempre più difficile trovare spazio. Anche perché, qual che rimane dopo i colpi di mannaia dei trasferimenti statali, passati dai 32 euro pro capite del 2015 ai 10 del 2017, è spesso “congelato” dentro le casse da lacci e lacciuoli. Che strangolano la possibilità di spesa dell’amministrazione costretta, quando è possibile, ad indebitarsi. O, se non si troveranno altre strade, a tagliare i servizi.

Due in particolare i “blocchi” contro cui il Comune si deve scontrare, che da soli valgono 21 milioni di euro. Soldi veri che Palazzo Ducale ha in cassa, e che non può toccare. Si tratta del «fondo crediti di dubbia esigibilità» e del «fondo rischio di soccombenza legale». Entrambi sono presenti in tutti i bilanci delle amministrazioni come clausole di salvaguardia, ma finiscono per avere effetti paradossali.

Il primo ad esempio costringe il Comune ad accantonare una percentuale delle imposte locali che non riesce ad esigere dai cittadini. Un conto già di per sé pesante, visto che i sassaresi “saltano”, dilazionano o ritardano pagamenti per 30-35 milioni all’anno. Al quale Palazzo Ducale deve aggiungere circa 9 milioni “veri”, e dunque già incassati dai cittadini, che deve tenere vincolati in banca.

Ancora più importante il congelamento fondi causato dal secondo laccio: quello legato al rischio “soccombenza legale”. Riguarda tutta la miriade di cause in corso per il Comune, che vanno da un risarcimento danni per una caduta in una buca, a richieste milionarie per appalti o concessioni contestate. Cause che spesso si trascinano per decenni, e che il Comune comunque vince nel 90 per cento dei casi. E che hanno toccato la cifra “montre” di 130 milioni. Milioni ipotetici che però bloccano euro molto reali: 12 milioni che non si possono toccare.

Il totale fa 21 milioni che, per dare un ordine di grandezze, è poco meno di quello che il Comune spende ogni anno per il funzionamento della macchina amministrativa: 23 milioni. O del settore Coesione sociale e pari opportunità: 26 milioni. E tre volte tanto il mutuo da 7 milioni che la giunta è stata costretta ad aprire per la manutenzione di strade e marciapiedi.

«Tutto vero – sottolinea il sindaco Nicola Sanna – e profondamente penalizzante. Anche perché si affianca a trasferimenti statali crollati di due terzi dal 2015. Da 32 a 10 euro procapite. Così diventa difficile mantenere il livello dei servizi. Dei quali invece la richiesta aumenta continuamente».

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