La Nuova Sardegna

Sassari

Porto al buio e senza controlli: allarme dopo il furto dello yacht

di Gavino Masia
Porto al buio e senza controlli: allarme dopo il furto dello yacht

Torna d’attualità il tema della sicurezza in uno scalo dove le segnalazioni sono rimaste inascoltate Il comandante della Capitaneria: «L’attività per la repressione dei reati non rientra nei nostri compiti»

28 gennaio 2018
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PORTO TORRES. Il tema della sicurezza notturna all’interno del porto commerciale diventa sempre più grave se è che chiunque si può permettere di arrivare indisturbato con un gommone per rubare una barca di 14 metri e poi farla affondare a due miglia fuori dallo scalo marittimo.

Una situazione segnalata più volte e mai affrontata seriamente. Nella zona portuale più vicina alla cinta urbana mancano gli impianti di videosorveglianza e anche nei pali di illuminazione sono spenti da mesi parecchi punti luce. Una situazione ideale per chiunque voglia cagionare un danno alle imbarcazioni – sono stati numerosi i furti subiti l’anno scorso dai pescatori dello strascico e della piccola pesca – e anche per chi pensa di impadronirsi sfacciatamente di uno yacht e portarlo al largo per farlo colare a picco ad una profondità di 28 metri. Il sistema delle telecamere in porto è obsoleto da tempo e nessuno ha mai cercato di ripristinarlo per dare quel senso di sicurezza ai proprietari delle imbarcazioni ormeggiate nella banchina Segni. Una storia infinita, comunque, dove il rimpallo di responsabilità è diventata nel tempo la costante negativa che rischia di far diventare la parte dello scalo più vicino alla città una terra di nessuno. Tra la comparsa del gommone in mare con due persone a bordo e il furto della barca “Stella del Sud” sono passati esattamente due minuti, ossia dalle 0,55, dopo il controllo delle guardie giurate, alle 0,57 come raccontano le immagini delle telecamere installate nei pontili galleggianti della Cormorano Marina. Tre minuti dopo, invece, la barca dell’associazione Endas ha lasciato gli ormeggi prendendo il largo indisturbata verso il mare di Balai. In quel momento il porto era deserto, come sempre, e a controllare le aree portuali non c’era nessuno. «Noi facciamo controlli durante le operazioni commerciali – precisa il comandante della Capitaneria di porto Emilio del Santo – e ronde come difesa installazioni: le attività di repressione reati comuni in porto non rientra nei nostri compiti e non abbiamo neanche i numeri per svolgere questo compito. Siamo operativi 24 ore per la sala operativa e per il pronto intervento in mare». Sono dunque altri enti quelli deputati al controllo notturno del porto e alla installazione degli impianti di videosorveglianza nelle zone sensibili. In attesa che qualcosa di concreto si muova per riportare la sicurezza e il decoro all’interno dello scalo marittimo – passando soprattutto dalle parole ai fatti – l’attenzione della Capitaneria è ora rivolta al recupero immediato della barca affondata da parte dei proprietari. «Ho sollecitato già da venerdì gli armatori della “Stella del Sud” di cercarsi il mezzo per recuperare il prima possibile la barca – aggiunge il capitano di fregata – e portarla in porto: una volta che l’imbarcazione viene tirata su dall’acqua, verificheremo come è stata mandata a fondo».

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