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Sassari, epidemia di batteri in Neonatologia: cinque bambini in isolamento

Vincenzo Garofalo
Un reparto di Neonatologia
Un reparto di Neonatologia

All'Azienda ospedaliero universitaria è scattato l'allarme subito dopo i controlli eseguiti quotidianamente sui piccoli nati prematuri. La dirigenza medica dichiara che la situazione è sotto controllo

26 febbraio 2018
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SASSARI. Un'epidemia di batteri intestinali ha fatto scattare l'allarme rosso nel reparto di Neonatologia dell'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari. I responsabili del reparto hanno disposto l'isolamento per cinque dei ventuno neonati ricoverati, che sono stati sistemati in una stanza solitamente utilizzata come deposito e ora allestita a tempo di record per l'isolamento dei piccoli pazienti, secondo i protocolli sanitari previsti in questi casi. Non solo, vista l'emergenza sono stati chiamati al lavoro in reparto cinque infermieri e tre operatori socio sanitari per dare una mano al personale normalmente in servizio e gestire al meglio la situazione.

I neonati sono in isolamento da circa due settimane e le loro condizioni di salute sono buone. «Sono tenuti separati dagli altri piccoli ricoverati in Neonatologia in via precauzionale», ha spiegato l'Aou. I bimbi in isolamento sono neonati venuti alla luce tra la 25esima e la 27esima settimana di gestazione e in loro «è stata scoperta la presenza di un microrganismo intestinale che, al momento, non ha provocato nei bambini alcuna infezione. I piccoli, infatti, attualmente non sono sottoposti a trattamento antibiotico - precisa ancora l'Azienda ospedaliera - Il microrganismo è stato individuato durante i numerosi controlli giornalieri ai quali vengono sottoposti i piccoli nati prematuri ricoverati nella clinica al primo piano di viale San Pietro».

Una situazione che il direttore della Neonatologia, Giorgio Olzai ,definisce assolutamente sotto controllo: «Da quattordici giorni i piccoli sono tenuti separati dagli altri neonati e, al momento, non si registrano altri casi. Non c'è nessun allarme e nessuna situazione di pericolo».

Anche il direttore sanitario dell'Aou, Nicolò Orrù, usa toni tranquillizzanti: «Sono scattate subito le misure di protezione dell'assistenza e la direzione aziendale ha potenziato il personale infermieristico e di supporto per consentire un'assistenza dedicata», spiega il dirigente che non appena è scattato l'allarme in Neonatologia ha subito fatto sollevare il livello di attenzione in reparto, coinvolgendo la direzione di presidio, l'Istituto di Igiene e la direzione aziendale per studiare e attuare nel minor tempo possibile le contromosse.

Il problema delle infezioni contratte in ambiente ospedaliero resta una delle principali preoccupazioni che affliggono i reparti delle Cliniche universitarie e del Santissima Annunziata. La scorsa settimana l'emergenza è scattata in Clinica medica dove ben sei pazienti sono finiti in isolamento, sempre per infezioni da batteri intestinali. E nessun reparto è al sicuro da attacchi di questo genere.

I principali incubi sono rappresentati da batteri come Clostridium, Klebsiella, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa, Serratia marcescens, che in più occasioni hanno invaso stanze e corsie, un po' in tutti i reparti, da Nefrologia a Geriatria, da Gastroenterologia a Lungodegenza, e perfino la Rianimazione. Per cercare di arginare o almeno tenere sotto controllo il fenomeno, l'Aou si è dotata di un "Comitato di controllo delle infezioni ospedaliere", la cui composizione è stata rimodulata proprio nei giorni scorsi. L'organismo è presieduto da Ida Iolanda Mura, e ne fanno parte i direttori di nove direttori di dipartimenti o unità operative, un medico competente e un responsabile del servizio prevenzione e protezione. Compito di questo comitato è appunto tenere sotto controllo le infezioni ospedaliere e proporre modifiche e integrazioni ai regolamenti interni per garantire la prevenzione, migliorare la sicurezza e la capacità di intervento dell'azienda davanti alle eventuali emergenze. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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