La Nuova Sardegna

Sassari

L’erosione sgretola il litorale di Porto Torres, si rischia una lunga emergenza

di Gavino Masia
La costa di Porto Torres partendo da Abbacurrente
La costa di Porto Torres partendo da Abbacurrente

Servono interventi urgenti e una procedura straordinaria. Il Comune dispone già di un finanziamento regionale

09 marzo 2018
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PORTO TORRES. L’erosione costiera che sta aggredendo tutto il litorale turritano impone una accelerazione decisa negli interventi previsti dal finanziamento erogato dall’assessorato regionale alla Difesa dell’ambiente all’amministrazione comunale. A distanza di oltre un anno dall’annuncio degli interventi per la messa in sicurezza delle falesie di retrospiaggia nei litorali di Balai e Abbacurrente - e dell’intervento di protezione dei terreni di fondazione della Torre di Abbacurrente - ci sono infatti diversi passaggi burocratici previsti dalle normative che dilatano i tempi di intervento. Nel frattempo però la natura continua purtroppo a fare il suo corso, con mareggiate e pioggia che non risparmiano la costa rocciosa con pareti a picco.

Il terrapieno che tiene in piedi il muretto davanti alla spiaggia di Balai rischia seriamente di franare, le scale di accesso ai lati della torre di Abbacurrente sono già crollate e la chiesetta di Balai vicino necessita di interventi importanti da diversi anni. Per non parlare poi della barriera artificiale delle Acque Dolci, opera di rinforzo costituita da una massicciata in massi naturali per proteggere le due spiagge, aggredita da un moto ondoso che ha causato lo spostamento di alcuni massi. Lunedì scorso si è svolto un incontro operativo per definire il programma di attuazione degli interventi di erosione costiera sotto l’aspetto tecnico-amministrativo e nel frattempo i Settori tecnico e ambiente hanno stabilito di assegnare un incarico di assistenza al Responsabile unico del procedimento. Questo per la specificità dell’argomento trattato - che presenta anche valutazioni e studi sulla idrodinamica costiera - e in considerazione che gli interventi previsti sono soprattutto ad alto rischio idrogeologico: non c’è solo un problema legato alle mareggiate, infatti, ma anche le difficoltà legate al fatto che gli interventi si svolgeranno su terreni particolarmente franosi. Nel Piano urbanistico comunale la falesia rocciosa che caratterizza il tratto orientale della costa è stato infatti inserito in Hg4 (acronimo che disciplina le aree di pericolosità da frana molto elevata), dove sono effettivamente riconosciuti fenomeni attivi comprendenti crolli e scivolamenti superficiali anche in forma diffusa. La macchina amministrativa deve dunque cercare di snellire il più possibile la procedura che porta alla predisposizione del progetto esecutivo, che - dopo essere stato vagliato dagli organi competenti in conferenza di servizio - andrà in gara d’appalto. Anche perché il fenomeno dell’erosione, imputabile principalmente al moto ondoso e all’azione dei venti, ha smantellato in pochi anni oltre 20 metri di litorale. Il rischio è quello di un’estate “transennata”.

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