La Nuova Sardegna

Sassari

«Erosione sottovalutata servono interventi mirati»

di Gavino Masia
«Erosione sottovalutata servono interventi mirati»

Viaggio con il geologo Stefano Conti nella costa minacciata dall’azione del mare Il professionista: la tutela del territorio alla base della programmazione turistica

13 marzo 2018
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PORTO TORRES. Un giro lungo la costa attaccata dall’erosione insieme al geologo Stefano Conti che da anni si occupa del fenomeno e conosce l’evoluzione del litorale, così come è pienamente convinto dell’importanza delle attività di prevenzione da avviare già quando si manifestano i primi segnali con interventi mirati. Solo così, infatti, è possibile programmare uno sviluppo concreto dell’economia turistica.

«Credo che uno degli elementi più importanti da realizzare sia quello di preservare l’erosione superficiale che riguarda i terreni – avverte il geologo Stefano Conti –, il più delle volte trascurata, anche perché i solchi che si creano dalle acque superficiali stanno erodendo pian piano il nostro territorio: la roccia e il verde che sovrasta la costa sono importanti perché fanno da sostegno a quasi tutto il Lungomare».

Gli studi sull’erosione costiera realizzati negli anni scorsi hanno comunque confermato che in tutte le aree sono necessari interventi di salvaguardia della fascia costiera e delle infrastrutture presenti nel perimetro urbano, per verificare sia la stabilità delle rocce sia le interconnessioni tra acqua dolce e acqua salata. Il geologo turritano, esperto delle problematiche del territorio, faceva tra l’altro parte dell’associazione temporanea d’impresa “Artec” che ha realizzato l’ultima progettazione per la prevenzione e difesa delle fasce costiere e litoranee dal rischio di fenomeni di erosione. Una equipe che, prima degli interventi conclusi nel 2015, aveva monitorato anche il flusso delle acque sotterranee del Lungomare, riscontrando fenomeni di arretramento della costa particolarmente intensi nelle zone a pochi metri dalla cinta urbana. «Ci sono delle problematiche strutturali riguardo anche ad alcuni muretti di sostegno costruiti nel litorale – aggiunge Conti –, di cui non si è mai fatta una analisi precisa, ed è necessario studiare degli interventi in grado si contrastare l’erosione e che siano compatibili dal punto di vista paesaggistico: bisogna fare uno sforzo particolare attraverso degli investimenti, insomma, per preservare quelle opere fruibili dal pubblico durante tutto l’anno». Spostandosi sulla strada in direzione di Platamona - sempre nei confini amministrativi comunali - c’è la vasta area di Abbacurrente e l’arenile della Farrizza, la cui pericolosità da erosione è menzionata all’interno di una relazione dettagliata datata 1990 del dirigente tecnico Claudio Vinci. «Quella zona ha una grande potenzialità turistica per la sua conformazione morfologica – conclude il geologo –, anche se allo stato attuale è interdetta per dei piccoli crolli, e l’amministrazione ha una grande carta che bisogna giocare attraverso interventi mirati a mitigare la pericolosità da rischi particolari». Quella parte di costa rientra tra gli interventi previsti dal finanziamento erogato dall’assessorato regionale alla Difesa dell’ambiente all’amministrazione comunale. Ossia 1 milione e mezzo di euro, datato dicembre 2017, da spendere in interventi per la messa in sicurezza delle falesie di retrospiaggia nei litorali di Balai e Abbacurrente e per l’intervento di protezione dei terreni di fondazione della Torre di Abbacurrente.

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