Una maxi condotta mai utilizzata può salvare la Nurra
di Vincenzo Garofalo
Costata 13 milioni e collaudata nel 2013: non è in funzione. Utilizzando le acque reflue “disseterebbe” il Consorzio
28 marzo 2018
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SASSARI. È costata 13 milioni di euro, è pronta, collaudata dal 2013, risolverebbe in un colpo solo i problemi idrici degli agricoltori della Nurra, ma non è mai stata messa in funzione. È la condotta idrica costruita anni fa per collegare il nuovo depuratore di Sassari, a Caniga, con l’invaso del Cuga.
Una soluzione finanziata esattamente con 12 milioni 911mila euro erogati dal commissario ad acta, gestione ex Agensud del ministero delle Politiche agricoli e forestali, e pensata per consentire il recupero delle acque reflue della città di Sassari e il loro utilizzo per irrigare i campi.
Le opere, iniziate nel 2006 e concluse sette anni dopo, comprendevano una stazione di sollevamento per una portata massima di 580 litri al secondo, un “premente” dal sollevamento fino al torrino piezometrico, 19,8 chilometri di condotte per portare le acque reflue depurate dal bacino del Cuga e alla rete irrigua che serve le aziende del Consorzio di bonifica della Nurra. Un apporto massimo di 18 mila metri cubi annui che consentirebbero agli agricoltori del nord ovest Sardegna di non patire la sete durante la stagione irrigua.
Quella condotta costosa quanto utile, non è mai stata usata perché immettere acque reflue, benché depurate, nel Cuga significherebbe declassificare la diga e non poterla usare per alimentare di acqua potabile i centri urbani. Solo che a oggi a essere collegata al Cuga per un uso potabile delle acque è la città di Alghero, che da quel bacino non attinge mai. La rete idrica di Alghero è infatti collegata direttamente con l’invaso del Coghinas, il più capiente del nord Sardegna che, anche in periodi di lunga siccità non resta mai a secco. In ogni caso, per non precludere la possibilità di usare come risorsa potabile il Cuga, due anni e mezzo fa l’assessorato ai Lavori pubblici regionale ha messo a disposizione 3,1 milioni di euro per installare un bypass che colleghi direttamente la nuova condotta mai usata con quella del Consorzio di bonifica della Nurra che preleva dalla diga le acque per uso irriguo.
In questo modo le acque reflue provenienti dal depuratore di Sassari non confluirebbero nel lago artificiale e sarebbero disponibili per gli agricoltori, ma solo durante la stagione irrigua. Una soluzione contro la quale il Consorzio di bonifica si è sempre detto contrario: «Noi proponiamo una soluzione alternativa al bypass, che farebbe risparmiare soldi pubblici e che garantirebbe il riutilizzo delle acque reflue per tutto l’anno, e non solo nella stagione irrigua», ha spiegato ieri il presidente del Consorzio, Gavino Zirattu, ricevuto a Palazzo Ducale dalla commissione comunale Ambiente, presieduta da Giampaolo Manunta. «Si potrebbe realizzare una connessione diretta fra la galleria che arriva al Cuga dal Temo e la condotta che collega la rete di Alghero con il Coghinas. In questo modo il Cuga potrebbe essere destinato a solo uso irriguo e le acque reflue di Sassari potrebbero confluire tranquillamente nel bacino». La proposta è stata condivisa dalla Commissione, che su proposta della capogruppo del Pd, Carla Fundoni, presenterà una mozione ad hoc in Consiglio per appoggiare le richieste del Consorzio.
Una soluzione finanziata esattamente con 12 milioni 911mila euro erogati dal commissario ad acta, gestione ex Agensud del ministero delle Politiche agricoli e forestali, e pensata per consentire il recupero delle acque reflue della città di Sassari e il loro utilizzo per irrigare i campi.
Le opere, iniziate nel 2006 e concluse sette anni dopo, comprendevano una stazione di sollevamento per una portata massima di 580 litri al secondo, un “premente” dal sollevamento fino al torrino piezometrico, 19,8 chilometri di condotte per portare le acque reflue depurate dal bacino del Cuga e alla rete irrigua che serve le aziende del Consorzio di bonifica della Nurra. Un apporto massimo di 18 mila metri cubi annui che consentirebbero agli agricoltori del nord ovest Sardegna di non patire la sete durante la stagione irrigua.
Quella condotta costosa quanto utile, non è mai stata usata perché immettere acque reflue, benché depurate, nel Cuga significherebbe declassificare la diga e non poterla usare per alimentare di acqua potabile i centri urbani. Solo che a oggi a essere collegata al Cuga per un uso potabile delle acque è la città di Alghero, che da quel bacino non attinge mai. La rete idrica di Alghero è infatti collegata direttamente con l’invaso del Coghinas, il più capiente del nord Sardegna che, anche in periodi di lunga siccità non resta mai a secco. In ogni caso, per non precludere la possibilità di usare come risorsa potabile il Cuga, due anni e mezzo fa l’assessorato ai Lavori pubblici regionale ha messo a disposizione 3,1 milioni di euro per installare un bypass che colleghi direttamente la nuova condotta mai usata con quella del Consorzio di bonifica della Nurra che preleva dalla diga le acque per uso irriguo.
In questo modo le acque reflue provenienti dal depuratore di Sassari non confluirebbero nel lago artificiale e sarebbero disponibili per gli agricoltori, ma solo durante la stagione irrigua. Una soluzione contro la quale il Consorzio di bonifica si è sempre detto contrario: «Noi proponiamo una soluzione alternativa al bypass, che farebbe risparmiare soldi pubblici e che garantirebbe il riutilizzo delle acque reflue per tutto l’anno, e non solo nella stagione irrigua», ha spiegato ieri il presidente del Consorzio, Gavino Zirattu, ricevuto a Palazzo Ducale dalla commissione comunale Ambiente, presieduta da Giampaolo Manunta. «Si potrebbe realizzare una connessione diretta fra la galleria che arriva al Cuga dal Temo e la condotta che collega la rete di Alghero con il Coghinas. In questo modo il Cuga potrebbe essere destinato a solo uso irriguo e le acque reflue di Sassari potrebbero confluire tranquillamente nel bacino». La proposta è stata condivisa dalla Commissione, che su proposta della capogruppo del Pd, Carla Fundoni, presenterà una mozione ad hoc in Consiglio per appoggiare le richieste del Consorzio.