La Nuova Sardegna

Sassari

I privati snobbano La Plata deserta l’asta da 2,7 milioni

di Salvatore Santoni
I privati snobbano La Plata deserta l’asta da 2,7 milioni

Sorso, il villaggio turistico della Regione non ha convinto gli imprenditori La struttura (47 alloggi e 100 posti letto) si estende su oltre 30mila metri quadri

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SORSO. La Plata non convince gli imprenditori: l’asta per la vendita del villaggio turistico di proprietà della Regione è andata deserta. Il prezzo del compendio, che si estende su oltre trentamila metri quadri immersi nel verde della pineta di Platamona, era fissato a 2,7 milioni di euro. Ma sul tavolo della direzione degli Enti locali non è arrivata nemmeno un’offerta. Un prezzo non per tutte le tasche, ma giustificato dai 47 appartamenti per circa cento posti letto totali che sorgono nella struttura. A gara erano infatti finiti i due edifici di 55 metri quadri coperti adibiti a reception e alloggio del custode; una foresteria di 205 metri quadri per gli alloggi del personale e i locali tecnici; un ristorante con annesso bar e supermarket di 520 metri quadri; un albergo di due piani fuori terra composto di 28 camere doppie con bagno; un blocco a schiera su due livelli di 380 metri quadri e un altro blocco di un piano da 110 metri quadri. Tutti punti di una mappa del complesso immobiliare realizzato alla fine degli anni ’60 dall’Ente nazionale assistenza lavoratori (Enal) e dalla Regione dopo aver ricevuto i terreni in donazione da alcuni privati. Un regalo vincolato alla realizzazione di un villaggio turistico per usi istituzionali. Nel 1979 l’Enal venne soppresso e la Regione acquisì l’intera proprietà. Dal 1994 al 1997 sono stati eseguiti lavori di ristrutturazione e recupero per un miliardo e mezzo di lire. L’area demaniale, invece, dove si prevedeva di installare servizi destinati soprattutto alla balneazione, conta 11.739 metri quadri di superficie scoperta. Il canone era fissato a circa 15.600 euro annuali (non soggetti a rialzo) per una gestione di vent’anni ma soggetta a variazione in base all’esito di un vecchio ricorso instaurato tra Regione e Demanio. Un braccio di ferro sorto su alcune aree del compendio che ricadono all’interno della linea demaniale.

Inoltre la vendita delle strutture e la titolarità della concessione demaniale erano condizionate a un doppio diritto di prelazione. Il primo riguarda gli eredi di Agostino Mereghetti e Bruno Bagnasacco che nel 1965 avevano donato i terreni all’Enal e alla Regione. Il secondo diritto di prelazione viene garantito alla società Baia verde Srl, che gestisce il complesso ricettivo per conto del Comune – l’ultima proroga ha fissato la nuova scadenza della gestione al 30 ottobre 2018 – in cambio di un canone annuale di 54mila euro.



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