La Nuova Sardegna

Sassari

Colpi agli alunni, chiesta la condanna della maestra

di Nadia Cossu
 Colpi agli alunni, chiesta la condanna della maestra

Insegnante di una scuola elementare accusata di «abuso dei mezzi di correzione» Una mamma in aula: «Mio figlio mi disse che gli premeva gli occhi con le dita»

05 maggio 2018
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OSSI. I suoi alunni chiamati a testimoniare in aula avevano raccontato di quei «colpi alla nuca», delle «dita infilate nel naso», degli «sculaccioni» e anche delle offese verbali: «Sei una lumaca», «sei un asino», «stronzo». Bambini e genitori della scuola elementare di Ossi avevano accusato la maestra di aver utilizzato metodi correttivi eccessivi durante le lezioni e in seguito a queste accuse l’insegnante Maria Pina Mastino era finita a processo.

Ieri mattina il pubblico ministero Antonio Piras ha chiesto la condanna a tre mesi di reclusione, richiesta alla quale si sono associati anche gli avvocati di parte civile Michele Sanna e Maria Antonietta Sanna che durante la loro discussione hanno messo in evidenza proprio le parole pronunciate dai testimoni in aula «che hanno confermato le violenze fisiche e verbali subìte dalla maestra». Il 25 maggio sarà l’avvocato difensore Gabriele Satta a provare a scagionare la sua assistita.

Erano stati diversi genitori che – non condividendo i metodi utilizzati dalla maestra nella scuola primaria di Ossi – si erano rivolti ai carabinieri. «A fine giugno mio figlio finalmente si confidò con me – aveva raccontato al pm una mamma – Mi disse che la maestra di matematica gli tirava i capelli e le orecchie. Che gli faceva togliere gli occhiali e gli premeva gli occhi con le dita. Una volta vidi che aveva un livido dietro l’orecchio e un edema sul naso, mi raccontò che la maestra gli aveva dato uno schiaffo e gli uscì anche il sangue dal naso»

Due famiglie avevano chiesto l’assistenza degli avvocati e in seguito si erano costituite parte civile. Altri cinque genitori avevano trasferito d’urgenza i propri figli in un’altra classe. La maestra inizialmente era rimasta al proprio posto, in quanto il dirigente scolastico, che aveva avviato un’indagine interna, non aveva raccolto prove sufficienti per poter intraprendere dei provvedimenti. Poi, una volta venuta a conoscenza delle accuse a suo carico, era stata lei stessa a presentare domanda di trasferimento. In un primo momento il dirigente aveva respinto quella domanda e consigliato alla maestra Mastino di restare al proprio posto. La decisione di cambiare istituto e trasferirsi nella scuola di Tissi maturò definitivamente solo nel successivo anno scolastico e di comune accordo col dirigente. Durante il processo era stata particolarmente delicata l’udienza nella quale il giudice Silvia Guareschi aveva sentito i bambini. Per evitare che durante la deposizione incrociassero lo sguardo della maestra di matematica, erano stati protetti con un paravento. Due alunni avevano riferito al giudice – la Guareschi si era avvicinata ai piccoli testimoni ed era stata l’unica a rivolgere loro le domande per conto degli avvocati della difesa e della parte civile – che la maestra utilizzava dei metodi forti. Nessuno dei due aveva però confermato integralmente le accuse a carico dell’insegnante che si è sempre difesa sostenendo di non aver mai picchiato né insultato i suoi alunni.

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