La Nuova Sardegna

Sassari

Un triste rosario di cedimenti e infiltrazioni

di Antonio Meloni

Tre anni fa crollò la volta della chiesa, poi il rosone. Compromessa la parte del 1500 del convento

22 maggio 2018
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SASSARI. La grave situazione di Santa Maria non può più essere affrontata con la tempistica delle situazioni ordinarie. Le condizioni dello storico complesso hanno da tempo acquisito il carattere dell’emergenza. Chiesa e convento non possono più aspettare perché il rischio che possa venir giù una parte della struttura è tutt’altro che remoto. La chiesa dei Candelieri, simbolo di Sassari, è al centro dell’attenzione da più di un anno per via dei crolli nell’edificio sacro e per le pessime condizioni del vecchio convento. La conta degli episodi somiglia a un dispaccio dal fronte di guerra. Tre anni fa aveva ceduto la volta della navata centrale dalla quale erano caduti dei calcinacci. Poche settimane dopo era stata piazzata la rete protettiva che ancora oggi ricopre la volta. Poi era venuta giù una porzione del rosone che orna la facciata. Negli ultimi mesi è peggiorata ulteriormente la situazione del convento, specie nella parte cinquecentesca che sorge sopra il chiostro. La chiesa non è in condizioni migliori: ad agosto scorso, poco prima della Faradda, era toccato, prima alla cappella di Sant’Antonio, poi alla volta del cupolone da cui era venuta giù una parte di calcinacci. In tutta fretta, il Comune, temendo per l’imminente cerimonia del Voto, aveva fatto montare un’altra rete. A settembre scorso, dopo un violento acquazzone, era piovuto nella sala che precede la biblioteca. A ottobre un altro episodio relativo al cedimento di alcuni stucchi dalla volta del Coro dietro l’altare maggiore. Sempre l’autunno scorso, i vigili del fuoco, allertati dai frati dopo un violento acquazzone, avevano interdetto buona parte del vecchio convento raccomandando ai frati di tenerli informarti su eventuali nuovi cedimenti. Chiazze evidenti di infiltrazione erano state notate anche nel locale della cantoria, sopra l’ingresso principale della chiesa, accanto al rosone da cui due anni fa si era staccato un frammento. Gli uomini del 115, dopo la verifica, avevano anche stilato una dettagliata relazione notificata, oltre che al convento e alla curia, alla prefettura e al comune, alla direzione della provincia francescana, a Foligno, e alla Soprintendenza. A fine anno scorso, il ministero dei Beni culturali, in sede di conferenza Stato-Regioni, aveva stanziato 680 mila euro poi destinati a Palazzo ducale per la relativa gestione. Ieri gli ultimi aggiornamenti di una situazione che ha ormai assunto l’andamento di una telenovela.

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