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Sassari, il caso Dore e le cure per l'Alzheimer: nuovi colpi di scena al processo

Nadia Cossu
Sassari, il caso Dore e le cure per l'Alzheimer: nuovi colpi di scena al processo

In aula un teste che curò la concessione dei locali dell’ospedale di Ittiri all’Aion. Durante l’esame cita due onorevoli: mi scadeva il contratto e mi rivolsi a loro

23 maggio 2018
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SASSARI. Si è parlato del procedimento disciplinare che all’epoca dei fatti l’ordine dei medici avviò nei confronti dei colleghi coinvolti nell’inchiesta sulla Psiconeuroanalisi e si è parlato anche dell’iter per la concessione in comodato d’uso all’Aion di un’ala dell’ospedale di Ittiri che avrebbe dovuto ospitare i familiari dei malati di Alzheimer. Nel primo caso è stato citato come teste Agostino Sussarellu, allora presidente dell’Ordine dei medici di Sassari, e nel secondo Domenico Canu, all’epoca responsabile dell’ufficio patrimonio all’Asl.

Il processo che si sta celebrando davanti al collegio presieduto dal giudice Maria Teresa Lupinu è quello a carico del neurologo di Ittiri Giuseppe Dore, della collega Marinella D’Onofrio e di altri medici, politici, dirigenti Asl dell’epoca e familiari di pazienti (in tutto 21 imputati) accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, abuso d’ufficio, maltrattamenti, lesioni, sequestro di persona e omicidio colposo. Al centro dell’inchiesta condotta dal procuratore Gianni Caria la Psiconeuroanalisi: pazienti maltrattati – è l’accusa – in nome di una “rinascita”. La contestata terapia era stata ideata dal neurologo di 47 anni che “rinnegava” la somministrazione di medicinali a favore di un modello di cura dell’Alzheimer e di alcune forme di demenza che si basava su esercizi linguistici e vitamine. E, in alcuni casi, prevedeva anche che i familiari mostrassero distacco e rigidità nei confronti dei propri cari malati.

Ieri mattina è stata la testimonianza di Canu ad “animare” l’udienza. Fu lui a ricevere da Marcello Giannico (in quegli anni manager della Asl) l’incarico per avviare la pratica che avrebbe dovuto concludersi con la formulazione di un contratto per il comodato d’uso di una parte dell’ospedale Alivesi a favore dell’Aion. Domanda del procuratore Caria al teste: «Ha mai ricevuto solleciti da parte di qualcuno per la pratica?». Risposta: «No». Contestazione del pm: «La chiamò il vicepresidente del consiglio regionale Antonello Peru». Risposta di Canu: «Sì, ricordo. Mi chiamò per chiedermi a che punto fosse la pratica e gli dissi che era a buon punto». E sarebbe finita lì se non fosse che, in completa autonomia, il testimone aggiunge anche che a distanza di tempo andò nello studio di Peru: «Mi scadeva il contratto e mi consigliarono di rivolgermi a lui per provare a ottenere una proroga. All’epoca c’era il centrodestra in Regione. Si sa che in Italia funziona così...». «La ringrazio per la franchezza», il commento laconico del procuratore Caria. E a questo punto arriva anche l’intervento dell’avvocato Luigi Esposito (difensore di Peru insieme a Marco Enrico): «Chi le suggerì di contattare Peru per prolungare il contratto?». La risposta aggiunge ulteriore imbarazzo nell’aula al piano terra del tribunale: «Fu Giuseppe Luigi Cucca, lo conosco perché siamo stati compagni di classe». Tra sorrisi trattenuti e smorfie mal celate il processo è andato avanti per essere poi aggiornato al prossimo 5 giugno quando si proseguirà con l’esame di altri testi citati dal procuratore Gianni Caria.

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