tradizioni a rischio
Troppi tagli: il palio è azzoppato
Per ora non ci sono risorse sufficienti per la corsa di Santu Bainzu
12 giugno 2018
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PORTO TORRES. Cavalli e cavalieri del Palio di Santu Bainzu rischiano di rimanere senza la tradizionale corsa all’anello organizzata dall’associazione culturale Etnos e seguita da migliaia di persone, che questa estate potrebbe non disputarsi.
Un evento riscoperto nel 2013 - a sessanta anni di distanza dall’ultima edizione disputata nel percorso di Corso Vittorio Emanuele - e che Etnos ha sinora riproposto con continuità nella pista sterrata davanti al porto commerciale.
«Abbiamo ancora la speranza che il Palio si possa realizzare – hanno detto la presidente Daniela Marcia e il vice Sergio Carta -, così come ci hanno chiesto tanti cittadini e persone di altri paesi, ma sentivano il dovere di chiarire che il problema è unicamente di natura economica perché ci siamo ritrovati dall’edizione dello scorso anno con grossi debiti che non siamo riusciti a risanare».
La manifestazione costa complessivamente 28mila euro e qualche contributo istituzionale non è andato a buon fine per l’associazione.
«L’amministrazione comunale ci aveva garantito lo stesso contributo degli anni precedenti – aggiungono -, ossia 9mila euro, ma dopo quattro mesi quella cifra è scesa a 4mila e 500 euro con la conseguenza che tutti gli associati hanno dovuto mettere mano nelle loro tasche. La nostra è una associazione senza scopo di lucro e l’unico obiettivo è quello di riportare in città quelle tradizioni che la riconducano alle sue radici».
I contatti tra Etnos e Comune sono cominciati qualche mese fa, però oltre al dialogo non si è vista sinora nessuna certezza di poter proporre un evento che negli anni scorsi è stato inserito anche nel network del turismo culturale riconosciuto dalla Regione.
Una bella notizia è che l’associazione ha creato un marchio per il Palio di Santu Bainzu, già registrato, di cui vanno fieri e che sperano di esibire con la tradizionale corsa all’anello davanti al mare turritano. (g.m.)
Un evento riscoperto nel 2013 - a sessanta anni di distanza dall’ultima edizione disputata nel percorso di Corso Vittorio Emanuele - e che Etnos ha sinora riproposto con continuità nella pista sterrata davanti al porto commerciale.
«Abbiamo ancora la speranza che il Palio si possa realizzare – hanno detto la presidente Daniela Marcia e il vice Sergio Carta -, così come ci hanno chiesto tanti cittadini e persone di altri paesi, ma sentivano il dovere di chiarire che il problema è unicamente di natura economica perché ci siamo ritrovati dall’edizione dello scorso anno con grossi debiti che non siamo riusciti a risanare».
La manifestazione costa complessivamente 28mila euro e qualche contributo istituzionale non è andato a buon fine per l’associazione.
«L’amministrazione comunale ci aveva garantito lo stesso contributo degli anni precedenti – aggiungono -, ossia 9mila euro, ma dopo quattro mesi quella cifra è scesa a 4mila e 500 euro con la conseguenza che tutti gli associati hanno dovuto mettere mano nelle loro tasche. La nostra è una associazione senza scopo di lucro e l’unico obiettivo è quello di riportare in città quelle tradizioni che la riconducano alle sue radici».
I contatti tra Etnos e Comune sono cominciati qualche mese fa, però oltre al dialogo non si è vista sinora nessuna certezza di poter proporre un evento che negli anni scorsi è stato inserito anche nel network del turismo culturale riconosciuto dalla Regione.
Una bella notizia è che l’associazione ha creato un marchio per il Palio di Santu Bainzu, già registrato, di cui vanno fieri e che sperano di esibire con la tradizionale corsa all’anello davanti al mare turritano. (g.m.)