La Nuova Sardegna

Sassari

Il Comune “sgombera” il bar della stazione marittima

di Gavino Masia
Il Comune “sgombera” il bar della stazione marittima

Emanata l’ordinanza che pone fine alla concessione degli spazi alla società “Non solo caffè” Il gestore: «Non hanno mai convogliato qui i passeggeri come promesso, così era insostenibile»

22 giugno 2018
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PORTO TORRES. Tra qualche giorno all’interno della stazione marittima “Nino Pala” smetterà di funzionare il servizio bar e ristoro. Il Comune ha infatti emanato una ordinanza di sgombero dei locali e posto fine alla concessione amministrativa di una porzione di immobile di circa 200 metri al gestore Sebastiano Boe. Alla società “Non solo caffè Porto Torres”, con sede a Sassari, è stata chiesta la rimozione dei beni e delle merci di sua proprietà e la riconsegna delle chiavi per l’accesso alla porzione di edificio per l’attività di ristoro-bar entro il termine di dieci giorni dalla notificazione del provvedimento. L’ordine è esteso a chiunque si occupi a qualunque titolo, anche temporaneamente, dell’immobile di proprietà comunale.

Una situazione controversa quella del bar all’interno della struttura di via Bassu, che i gestori avevano deciso di prendere in mano quando si prospettavano un aumento di traffici marittimi all’interno del porto commerciale e la nascita di un centro intermodale proprio a pochi metri dalla stazione marittima. «Noi ci siamo insediati a settembre 2014 – ricorda Sebastiano Boe – e abbiamo subito speso circa 70mila euro per ristrutturare completamente i locali: quei denari sono poi andati a scomputo del canone mensile, ma ovviamente non sono bastati perché il contratto prevedeva una quota incredibile di 8mila euro mensili nonostante il traffico passeggeri delle navi non venisse mai convogliato dentro la stazione».

Dopo i lavori effettuati il gestore ha provato più volte a rivolgersi all’amministrazione comunale per trovare un punto d’intesa, ma a quanto pare si è dovuto poi arrendere non riuscendo ad assolvere ai pagamenti. «Avevo fatto notare da subito che non era possibile sostenere i costi previsti da quel contratto – aggiunge Boe –, che tutelava solo il Comune, e per prima risposta ho ricevuto la minaccia che mi revocavano la concessione dopo aver pagato i lavori di ristrutturazione».

Sono mancati i presupposti nel tempo per valorizzare quella struttura portuale così vicino alla centro cittadino, come era stato promesso prima della firma del contratto, e tra queste c’era anche la proposta progettuale del bar provvisto di tabacchi e di edicola, pensato per offrire massima accoglienza di servizio in allineamento con gli standard europei e con livelli di comfort architettonico-estetico elevato, basso inquinamento luminoso e riduzione dell’inquinamento acustico al di sotto delle soglia consentita dalla legge. Al piano belvedere, servito sia da scale che da ascensore (mai funzionante) dovevano invece essere collocati tavoli e sedute in numero adeguato in relazione allo spazio, offrendo zone relax ombrate ed esaltando la possibilità di godere visivamente dell'area portuale e dei punti di attracco navi. «I passeggeri in transito vanno nelle aree di sicurezza alle 17 anche quando le navi devono partire alle 23 – conclude il gestore del bar –, sotto il sole o la pioggia, e mai si è cercato di convogliarli all’interno della stazione marittima come avviene in genere in tutti gli altri porti sardi e nazionali».

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