La Nuova Sardegna

Sassari

Piccole scosse per aiutare il cuore di un neonato

Piccole scosse per aiutare il cuore di un neonato

Cardioversione elettrica su un bambino di 20 giorni per la prima volta a Sassari, nuove speranze

23 giugno 2018
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SASSARI. La speranza per la nuova vita di un bambino è contenuta in tre piccole scosse elettriche che hanno riportato il cuoricino del neonato al normale ritmo e ora possono consentirgli una vita più tranquilla. Per la prima volta a Sassari, i medici dell’unità operativa di Cardiologia pediatrica e delle cardiopatie congenite dell’Aou, sono intervenuti su un bimbo di 20 giorni che presentava una grave patologia al cuore: un flutter atriale ad alta frequenza. I cardiologi pediatrici hanno utilizzato la procedura di cardioversione elettrica esterna.

Si tratta di una metodica che consente di interrompere quel circuito atriale “sbagliato” che provoca le aritmie cardiache, attraverso un “azzeramento” del sistema elettrico del cuore. È un caso raro che si utilizzi su neonato, sul quale la terapia farmacologica non abbia dato i risultati sperati.

Con il supporto della Neonatologia e terapia intensiva neonatale quindi degli anestesisti, i cardiologi pediatrici, guidati dal responsabile Mario Pala, hanno sistemato una speciale piastra sul petto del piccolo e un'altra sulla schiena. Quindi, una volta praticata l’anestesia totale, hanno sincronizzato l'elettrocardiografo al defibrillatore con il quale sono state emesse tre piccole scariche elettriche, a breve distanza l'una dell'altra. Le scosse hanno consentito di cardiovertire il ritmo anomalo del cuore del neonato in un ritmo normale.

«La mamma è arrivata a noi alla trentesima settimana, inviata dal suo ginecologo di fiducia che, durante un'ecografia, aveva notato questa anomalia – spiega il responsabile della Cardiologia pediatrica dell’Aou Mario Pala –. È rimasta ricoverata sino alla trentottesima settimana, così che potessimo monitorare il feto quotidianamente». Durante le otto settimane di ricovero, i medici hanno monitorato l’effetto dei farmaci sul sistema cardiocircolatorio del feto e della mamma.

«Una volta nato – riprende il cardiologo pediatra – il ritmo sinusale del cuore non si era ripristinato. Per questo motivo abbiamo deciso di intervenire con la procedura di cardioversione elettrica».

«Quanto realizzato è la dimostrazione di un lavoro di equipe multidisciplinare ben coordinato – commenta il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso – il cui intervento integrato ha reso possibile il precoce e tempestivo intervento terapeutico». Nei giorni scorsi il piccolo e la mamma sono stati dimessi.
 

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