La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il parroco dice messa e gli svaligiano la casa

Nadia Cossu
La chiesa di San Gavino a Bancali, Sassari
La chiesa di San Gavino a Bancali, Sassari

Furto a San Gavino di Bancali, spariti tremila euro in contanti e oggetti d'oro. Ladri messi in fuga da un fedele. Don Antonio: «Soldi della chiesa, restituiteli»

27 giugno 2018
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SASSARI Mentre il sacerdote celebrava la messa e i parrocchiani pregavano insieme a lui, due persone svaligiavano la casa di don Antonio e un terzo complice aspettava in macchina pronto a scattare per la fuga. È successo domenica, nella piccola chiesa di San Gavino, nella borgata di Bancali a pochi chilometri da Sassari. Era l’ora della messa quando due ladri hanno scardinato con un piede di porco la porta che si trova nel retro della casa parrocchiale. Sono quindi entrati nell’appartamento di don Antonio (che da otto anni guida la parrocchia) e hanno portato via tremila euro, risparmi racimolati in mesi di sacrifici. Poi hanno aperto un portagioie e hanno arraffato tutti gli oggetti in oro: una catena, un bracciale, due crocifissi e alcuni gemelli da camicia. Preziosi che erano stati donati al sacerdote di recente perché gli altri – quelli che solitamente fanno parte dei regali dell’infanzia o dell’adolescenza – gli erano già stati rubati sette anni fa, sempre a Bancali. Poi i ladri si sono spostati nell’ufficio parrocchiale, la sacrestia, e hanno cominciato a rovistare. Ma in questo caso i loro piani sono fortunatamente saltati perché proprio durante la celebrazione della messa un parrocchiano ha sentito dei rumori sospetti ed è andato a controllare cosa stesse succedendo. In quel momento ha visto due cassetti a terra e due persone di spalle che fuggivano verso l’esterno per raggiungere una macchina che le aspettava sulla strada. L’intervento tempestivo dell’uomo ha evitato che i ladri si impossessassero anche degli oggetti custoditi nell’ufficio. E a quel punto il danno sarebbe stato ancora più grave. I fedeli hanno immediatamente avvisato i carabinieri che dopo pochi minuti sono arrivati nella piccola chiesa di Bancali per avviare le indagini. Comprensibilmente scosso don Antonio Serra: «Come prima cosa invoco il pentimento di chi ha deciso di delinquere in chiesa proprio nel momento stesso in cui la comunità cristiana era riunita nella preghiera. Con l’altissimo rischio di poter arrecare un danno alle persone». Poi c’è l’altro aspetto, quello più intimo: «È una sensazione molto brutta, perdi quella sicurezza che ciascuno dovrebbe poter sentire tra le mura di casa propria. È come se ti mancasse l’aria». Inutile dire che la speranza è che chi ha rubato possa redimersi e restituire soldi e gioielli. Poi l’appello: «Confidiamo nella carità di chi vorrà aiutarci a risollevarci da questo torto subìto».

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