La Nuova Sardegna

Sassari

Li Nibari, taglio del canone oppure guerra in tribunale

Salvatore Santoni
Li Nibari, taglio del canone oppure guerra in tribunale

Sul camping la Sardegna Holidays scrive al Comune di Sorso: troppi 140mila euro l’anno. Secondo la ditta i 45mila metri cubi del bando sono spariti: nel Puc soltanto 500

23 luglio 2018
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SORSO. L’orizzonte della Marina di Sorso non promette nulla di buono. La Sardegna Holydays Srl, che gestisce il campeggio comunale Li Nibari, chiede al Comune di Sorso una negoziazione assistita. Un termine gentile per raccontare un braccio di ferro cominciato da mesi e che nelle prossime settimane rischia di trasformarsi in guerra. I legali della ditta hanno infatti avanzato richieste molto precise all’amministrazione comunale: un taglio netto all’affitto annuale da 140mila euro.

La partita si giocherà su un dettaglio fondamentale del bando di gara che, nel 2014, portò alla firma sul contratto di locazione della struttura turistica. La società contesta al Comune la parte riguardante le volumetrie realizzabili all’interno del campeggio. Le cose sono andate più o meno così: la ditta vinse l’appalto convinta che nell’allora Puc vigente fosse possibile realizzare quasi 45mila metri cubi ma ora, invece, il nuovo Puc ne prevede soltanto 500. A questo si aggiunge la guerra scoppiata tra il vecchio gestore, la Tecnicoop, e il nuovo, la Sardegna Holidays. Con il primo che ha chiuso i conti col Comune ma ha lasciato le strutture – senza le quali l’attività di impresa è pressoché impossibile da portare avanti – all’interno del campeggio, e la seconda che per svolgere l’attività oltre a pagare l’affitto al Comune ha dovuto sottoscrivere un contratto anche con la Tecnicoop. La guerra si è conclusa con un sequestro giudiziario e la scoperta che 29 case mobili di cui il Comune rivendicava la proprietà, in realtà sono del vecchio gestore. Inoltre, la Sardegna Holidays si è sobbarcata anche le spese per le manutenzioni post nubifragio del 2014. Tutta una serie di circostanze che la Sardgna Holidyas considera «fatti di grave inadempimento contrattuale da parte dell’ente locatore (il Comune, ndr), che legittimerebbero la richiesta di risoluzione del contratto e conseguente condanna del Comune alla rifusione dei danni». Dopo il bastone arriva la carota. Sì, perché la ditta si dice comunque propensa a continuare l’avventura a Li Nibari purché il canone di locazione subisca una cospicua sforbiciata.

E così dopo l’autunno caldo, trascorso in commissione Bilancio per affrontare i continui ritardi nel pagamento dei canoni da parte della ditta e altri problemi, ora si prospetta una battaglia rovente in tribunale.

Tutta colpa del bando di gara che, redatto dal Comune all’indomani della transazione tombale col vecchio gestore, fu salutato come una manna che avrebbe rimesso ordine a un rapporto diventato turbolento tra pubblico e privato. E a distanza di anni pare invece che la maledizione di Li Nibari continui ad aleggiare sul compendio turistico.



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