La Nuova Sardegna

Sassari

Buddi Buddi, la Provincia sorride

Steso l’asfalto e ultimato il raddoppio nel discesone di Apilandia: è la fine di un’odissea di 14 anni

17 agosto 2018
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SASSARI. La Provincia ha chiuso una volta per tutte il proprio capitolo della Buddi Buddi. Un’odissea cominciata nel 2004 e conclusa qualche giorno fa, dopo innumerevoli peripezie, contenziosi e fallimenti.

Chi nella settimana di ferragosto ha percorso il tratto di strada che si estende in direzione mare dalla chiesetta di Zuari in giù, avrà notato come la viabilità sia fluida e priva di rallentamenti. Infatti anche l’ultima strozzatura, ovvero una delle due corsie chiusa all’altezza del discesone di fronte ad Apilandia, è stata rimossa. L’unica traccia di cantiere è oltre la carreggiata, al di là del muro di contenimento che delimita la ciclabile e gli accessi privati alle abitazioni. Invece la realizzazione della quattro corsie è definitivo, con il nuovo asfalto e la segnaletica orizzontale e verticale già predisposta. «Per quanto riguarda la fruibilità veicolare la strada è pronta – spiega il dirigente provinciale alla Viabilità Giovanni Milia – il traffico è stato aperto e non ci sono più rallentamenti. Mancano ancora alcuni interventi di dettaglio, come il posizionamento del guardrail che protegge la pista ciclabile, e a monte del muro di contenimento resta ancora da stendere l’asfalto e sistemare gli accessi alle abitazioni. Dopodiché ulteriori risorse verranno destinate ad armonizzare la segnaletica anche con il resto della Buddi Buddi, dal momento che la cartellonistica è differente. E infine vorremmo posare delle cordonate sui bordi delle ciclabili in modo da mantenerle più pulite e meglio fruibili».

La storia. Era il 2004 quando la ditta napoletana So.Co.Me. si aggiudicò l’appalto per 2,4 milioni di euro. Poi però arrivò la rinuncia ad effettuare i lavori a causa di un’offerta troppo bassa per starci dentro con i costi. Nel 2007 subentrò la Eurocostruzioni, che un anno più tardi portò in tribunale la Provincia chiedendo la rescissione in danno. Nel frattempo arrivò il secondo appalto, vinto dalla Co.Sa.Co. di Cagliari (3,3 milioni). La consegna dei lavori avvenne nel marzo 2012 e la realizzazione dell’opera era prevista entro i 300 giorni consecutivi, cioè entro il primo gennaio 2013. Ma a fine 2012 si ripresentò lo stesso problema che aveva fatto impazzire la ditta napoletana So.Co.me nel 2005: la difficoltà (e i relativi costi elevati) nel traslare le linee elettriche e telefoniche che correvano a bordo strada. Si è resa necessaria una prima sospensione dei lavori. Tempo un paio di settimane e arrivò una variante: 90 giorni di tempo e 810mila euro in più. L’effetto della proroga ha rimandato l’inaugurazione dell’opera al primo aprile 2013 e poi il via libera ad altri 120 giorni hanno ulteriormente rimandato la festa a fine luglio 2013. Dopodiché tutto slitta al 2014, ma entra in ballo il patto di stabilità che a ottobre porta al nuovo stop dei lavori. Le ruspe si rimettono in moto a febbraio del 2015. Ma la ditta Cosaco entra in sofferenza economica, e passa il testimone a una impresa in subappalto. Nel 2016 la strada viene solo messa in sicurezza con la rimozione dei new jersey e la sistemazione delle rotatorie. Poi l’opera passa nelle mani della Mgg Costruzioni srl di San Benedetto del Tronto, e nel 2018 c’è l’accelerata definitiva. Una settimana fa il sospirato lieto fine. (lu.so.)

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