La Nuova Sardegna

Sassari

Gioco d'azzardo a Sassari, in un anno bruciato mezzo miliardo di euro

di Pinuccio Saba
Gioco d'azzardo a Sassari, in un anno bruciato mezzo miliardo di euro

Cresce il volume delle scommesse, ma appare in calo il numero dei giocatori assistiti dal Serd

24 agosto 2018
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SASSARI. La sentenza del Tar della Sardegna che “salva” le ordinanze dei sindaci di Sassari e Alghero con le quali viene limitata l’attività delle slot machine è l’ennesima conferma della gravità di un fenomeno-problema che coinvolge decine e decine di famiglie della provincia, e del Sassarese in particolare. Numeri da capogiro per quanto riguarda le somme puntate non solo sulle slot, ma anche lotterie, gratta e vinci, concorsi di ogni genere, senza dimenticare il gioco on line, difficile da intercettare e quindi da “combattere”.

Ma quello che fa impressione è proprio il volume delle scommesse: nel 2016 (i dati sono quelli forniti dall’Agenzia delle Dogane), solo a Sassari sono stati scommessi 347 milioni e 733 mila euro (allora il quarto comune in Italia, situazione che pone la città “a forte rischio usura”) mentre non è possibile accertare con esattezza le puntate su internet se si escludono i 214 milioni di euro che sono transitati sui canali ufficiali o sulle piattaforme straniere che non si trincerano dietro un non meglio chiarito “diritto alla privacy” o che più semplicemente non vogliono diffondere i dati sui loro volumi di affari. In pratica ogni sassarese, da neonato a ultranovantenne, punta 4166 euro all’anno, 347 euro al mese.

E poi i numeri che fuoriescono dal Serd, il servizio sanitario per combattere le dipendenze. Nato come baluardo contro il dilagare delle sostanze stupefacenti (allora Sert) e dell’alcolismo, il Serd si trova a fronteggiare una relativamente nuova dipendenza (almeno per l’Italia): la ludopatia o azzardopatia, cioè la dipendenza dal gioco d’azzardo. Sempre secondo gli ultimi dati forniti dai tre ambulatori del Serd, solo nel Sassarese ci sarebbero un migliaio di famiglie a rischio, cioè con un solo reddito che viene rapidamente dilapidato al gioco d’azzardo. E sempre nel 2016 erano una sessantina le persone di tutte le età che si stavano sottoponendo a terapia per liberarsi dalla dipendenza del gioco d’azzardo. Mediamente il Serd “tratta” un’ottantina di casi all’anno. Un numero che, secondo l’amministrazione comunale, sarebbe calato di alcune unità. Merito sicuramente della incessante campagna mediatica contro la nuova dipendenza ma anche delle iniziative delle amministrazioni locali. E si spiega così anche il calo del rapporto fra gli abitanti e le macchinette per la scommesse: nel 2013 il rapporto era di una slot ogni 95 abitanti, ora è calato a una a una slot ogni 105 abitanti.

Le recenti limitazioni imposte con le ordinanze sindacali, hanno contribuito a creare un ulteriore ostacolo al gioco di azzardo patologico. Merito anche dei controlli della polizia locale che ha già emesso 35 verbali per la violazione delle ordinanze, di cui 28 per il mancato rispetto degli orari e 7 per la mancata esposizione dei cartelli obbligatori. Il Tar, nel respingere i ricorsi di cinque società che operano a Sassari (e dei tabaccai di Alghero), riconosce al sindaco il diritto-dovere di agire «a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini».

Ma il gioco d’azzardo, in città, si inserisce in un contesto socio-economico decisamente preoccupante e per questa ragione il sindaco Nicola Sanna ritiene che le azioni dell’amministrazione municipale debbano essere molteplici: «Da una parte è necessario lavorare sulla repressione, ma dall’altra è ancora più importante puntare sulla prevenzione e sensibilizzazione anche fra le nuova generazioni. Fondamentale, poi – è la conclusione del sindaco –, che a livello regionale e nazionale si crei un sistema normativo in materia».

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