La Nuova Sardegna

Sassari

La Lipu: «I falchi non sono un giocattolo per sagre»

Lettera dell’associazione al sindaco di Borutta perché vieti l’esibizione in paese Lo spettacolo è inserito nel programma dell’edizione 2018 della Bastida di Sorres

24 agosto 2018
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BORUTTA. I falchi non sono un giocattolo per sagre, non servono per lo spettacolo. Insomma, negli ultimi anni si è esagerato parecchio e la Lipu ha deciso di prendere posizione e assumere iniziative per dire basta «a un triste spettacolo che non ha alcun carattere formativo». L’’occasione è offerta dalla manifestazione in programma da oggi e fino a domenica a Borutta per l’edizione 2018 della Bastida di Sorres, suggestivo evento ambientato sul colle di San Pietro di Sorres, che rievoca la storica battaglia del 1334 durante la quale i Doria tentarono di conquistare l’antica fortezza di Sorres tenuta dagli Aragonesi Arboresi.

«Ci permettiamo di richiamare la sua attenzione – scrive la Lipu al sindaco – perché nel programma dell’evento sono previste attività con uccelli rapaci. Nella società medievale la falconeria rivestiva un ruolo secondario, essendo un’attività limitata alla sola classe nobiliare. Solo i nobili, infatti, potevano possedere rapaci di dimensioni proporzionali al loro grado di nobiltà. Utilizzavano solo rapaci diurni ed esclusivamente per cacciare e non per spettacoli di tipo circense. Al popolo la falconeria e il possesso di rapaci erano severamente vietati, come riportato all’art.87 della Carta de Logu redatta da Mariano IV e promulgata dalla figlia Eleonora».

La Lipu fa riferimento alle «penose esibizioni pubbliche di falchi e altri rapaci messi in mostra in condizioni di stress: animali notturni sottoposti ai flash di sera; falchi e barbagianni posati sull’avambraccio di bambini, una situazione pericolosa: un rumore improvviso, un atteggiamento frainteso possono, in questi casi, spaventare il rapace e scatenare una motivata reazione aggressiva». La Lipu sottolinea che l’articolo 544-quater del Codice penale sanziona chi organizza o promuove spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie o strazio per gli animali «e i fatti appena ricordati non possono che essere considerati tali, in quanto del tutto estranei all’indole ed ai comportamenti dei rapaci. Facciamo presente, che la falconeria nel nostro Paese è regolamentata dalla Legge nazionale 157 del 1992 sulla caccia, che pone dei vincoli ai falconieri e impone che i rapaci da essi detenuti possano volare liberi solo durante la stagione della caccia (settembre-febbraio). «A lei, signor sindaco, chiediamo di opporsi a spettacoli che non rispettano l’indole degli animali, che ne stravolgono i comportamenti, che danno una falsa e mistificata immagine di ciò che dovrebbe essere un corretto rapporto uomo-animale. Vieti l’esposizione e l’utilizzo di rapaci vivi durante la manifestazione, siamo certi che questo non inciderebbe in alcun modo sulla riuscita dell’evento e sulla sua valenza culturale».

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