La Nuova Sardegna

Sassari

PalaSantoru, via ai lavori ma mancano le palestre

di Paoletta Farina
PalaSantoru, via ai lavori ma mancano le palestre

Dopo il black out di quattro mesi, i cavi rosicchiati dai topi vengono sostituiti  Deiana (Sassari 1976): «A noi concesso un locale con le porte disegnate sui muri» 

25 agosto 2018
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SASSARI. Dopo quattro mesi di buio totale, sono cominciati i lavori sull’impianto elettrico del PalaSantoru, fuori uso a causa dei danni a un cavo causato dai topi. Nel tempio della pallamano sassarese, che vanta quattro squadre in campionato nazionale di A2, gli operai della Engie si sono accantierati mercoledì, dopo un sopralluogo il giorno precedente, avviando un intervento non più procrastinabile, considerata l’urgenza per le società sportive di dare il via agli allenamenti in vista della stagione di gare. Anche perché ci sono poche alternative al PalaSantoru per questa disciplina. Anzi, il black out ha messo in luce la carenza di impianti adeguati, vecchio male dello sport sassarese che ha un occhio di particolare riguardo per calcio e basket, ma lascia a combattere per gli spazi le altre attività agonistiche.

Come il nostro giornale aveva segnalato, l’avvio dei lavori al PalaSantoru, di proprietà del Comune, è rimasto in una fase di stallo a causa di una serie di problemi che l’assessorato ai Lavori Pubblici, guidato da Ottavio Sanna, aveva dovuto affrontare per affidare l’incarico. Che avrebbe dovuto rientrare nell’ambito dell’appalto complessivo delle manutenzioni, appalto che per una serie di lungaggini ancora non si è concluso. Quindi l’assessore Sanna, reperiti i fondi per altre vie, ha incaricato la Engie, la società che gestisce l’impianto di illuminazione pubblica, di sostituire il cavo lungo diverse decine di metri danneggiato dall’insaziabile appetito dei roditori e le altre opere necessarie.Dopo un black out ad aprile, prima avvisaglia di quello che sarebbe avvenuto in seguito, a maggio la palestra di via Venezia era rimasta senza energia elettrica e alcune società erano state costrette ad allenarsi al buio. Ma solo ad agosto la partita è stata chiusa, facendo tirare un sospiro di sollievo a squadre e allenatori della pallamano e del calcetto che si dividono i turni.

«È una vicenda che ci ha tenuto in allarme – dice Aldo Deiana, presidente della Sassari 1976 –. Purtroppo senza l’agibilità della a palestra di via Venezia, le nostre squadre di pallamano si ritrovano in difficoltà». Anche quest’anno non sarà una passeggiata avere spazi degni di questo nome per la preparazione degli atleti, soprattutto per quanto riguarda il settore giovanile, perché le palestre scolastiche a disposizione hanno molti limiti. «A noi la Provincia, che come si sa è proprietaria degli istituti superiori, ha offerto un “posto” all’Agrario – spiega ancora Deiana –. Avremo a disposizione un locale di 20 metri per 16, poco più di un garage, direi, considerato che per la pallamano occorre un campo 40 per 40. Ma la cosa più incredibile è che non avremo delle vere porte, ma disegnate sui muri perché non è possibile rispettare la distanza di un metro e mezzo dalla linea di fondo. La palla, quindi, rimbalzerà sulle pareti, e i nostri piccoli giocatori dovranno stare ben attenti a schivarla. Inoltre non abbiamo certezza se per questa stagione riusciremo a utilizzare la palestra dell’Ipia, impianto invece all’altezza delle nostre esigenze».

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