La Nuova Sardegna

Sassari

«Secur, 48 ancora a casa basta false promesse»

«Secur, 48 ancora a casa basta false promesse»

Gli ex addetti del portierato Assl-Aou non sono stati riassorbiti dalle nuove Ati Campus (Fsi): «Impegni disattesi e tante anomalie, vogliamo delle risposte»

02 settembre 2018
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SASSARI. Bisogna passare dalle parole ai fatti. E dare risposte ai 48 dipendenti Secur non riassorbiti, come più volte assicurato, dalle nuove ditte subentrate nell’appalto per il portierato di Ats e Aou. Lo chiede l’Fsi Usae per bocca della sua segretaria territoriale Mariangela Campus: «Troppe le anomalie – attacca – e troppi i silenzi dei vertici della Ats e Aou».

«I rappresentanti della commissione regionale Lavoro – spiega Campus – avevano rassicurato che si sarebbero impegnati per risolvere la vertenza e il consigliere regionale di Fi Antonello Peru aveva presentato un’interrogazione al fine di sbloccare la situazione e tutto sembrava avviato verso una positiva soluzione. Ma poi sono subentrati rallentamenti ed ostacoli e tutto è rimasto bloccato. In una lettera alla II Commissione consiliare del lavoro ed ai vertici Ats e Aou abbiamo messo in evidenza l’assurda situazione e le troppe anomalie riscontrate. Abbiamo chiesto riscontro esaustivo agli impegni verbali presi in merito al riassorbimento dei 48 dipendenti adibiti portierato esclusi dalle nuove ditte Ati subentrate nell’appalto della Secur. E abbiamo sollecitato, inoltre, un intervento risolutivo e il rispetto della normativa vigente. Vogliamo capire perché Ats e Aou non abbiano vigilato sull’applicazione della clausola sociale che sostiene che l’appaltatore si impegna ad assumere gli stessi addetti che operavano alle dipendenze dell’appaltatore uscente, compatibilmente con le mutate condizioni derivanti dall’espletamento del presente appalto, del contesto sociale di mercato in cui si inseriscono».

«Con la nuova assegnazione sottolinea Campus – c’è stato un sostanziale cambio di mansione in tante postazioni che ha privato molti dipendenti del loro posto di lavoro, causando, tra l’altro, uno spropositato aumento della spesa pubblica per lo stesso servizio. Nell’Aou nel precedente appalto il costo della vigilanza armata era di 115mila euro annui e attualmente il servizio di vigilanza armata costa oltre 1 milione. È palese che manchi di economicità rispetto al precedente appalto se pensiamo che a fronte di una maggior spesa per poter ottemperare al decreto Maroni che prevede l’innalzamento dei livelli di sicurezza nei presidi sensibili sono state mandate a casa ben 48 persone. E il Palazzo Rosa, dove si effettuano turni h24, e delle casse ticket di entrambe le aziende, è stato escluso dalla copertura massima di vigilanza. Chiediamo di intervenire presso le nuove ditte titolari dell’appalto e chiedere il riassorbimento di tutti i lavoratori rimasti fuori secondo le modalità di legge e il ripristino dei livelli occupazionali anche perché le nuove ditte vincitrici Ati (Coopservice, Vigipol, Alarm System, La Nuorese e Vedetta 2 Mondialpol) già dai primi giorni stanno assumendo nuovo personale».

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